V sec.
Nella lista episcopale della diocesi San Urbicio è collocato dopo Sant’Autore, menzionato nel 451 e Sant’Eplezio. Sappiamo che dopo di lui venne nominato il vescovo Bonolo. Una nota leggendaria che ci è stata tramandata è la vendita del suo titolo di arcivescovo per raccogliere dei soldi al fine di aiutare il popolo durante una grave carestia. E’ stato sepolto a San Maximin. Le sue reliquie, rivenute nel 1516, furono traslate definitivamente nella chiesa di Saint’Eucario.
Martirologio Romano: A Metz nella Gallia belgica, nell’odierna Francia, sant’Urbizio, vescovo.
|
Un velo di mistero avvolge la figura di Sant'Urbicio, quindicesimo vescovo di Metz. La sua esistenza si staglia sullo sfondo della Gallia Belgica del V secolo, un'epoca turbolenta di migrazioni e sconvolgimenti geopolitici. Le informazioni su di lui, tratte da scarne fonti storiche e arricchite da leggende popolari, accendono la nostra immaginazione e ci invitano a ricostruire la sua vita e il suo operato episcopale.
La diocesi di Metz, eretta alla fine del III secolo, annovera Sant'Urbicio tra i suoi pastori più illustri. La sua collocazione nella lista episcopale, successiva a Sant'Autore (menzionato nel 451) e precedente a Bonolo, ci fornisce un'importante indicazione cronologica. Tuttavia, la sua figura sfugge a una precisa definizione storica, lasciando spazio a fascinose ipotesi e suggestive interpretazioni.
Una leggenda, tramandata nei secoli, narra di un atto di generosità straordinaria. Secondo questa tradizione, Sant'Urbicio, spinto dalla compassione per il suo popolo sofferente a causa di una grave carestia, decise di vendere il suo titolo di arcivescovo per raccogliere fondi e soccorrere i bisognosi. Un gesto di altruismo che rivela la sua profonda sollecitudine verso i più deboli e lo configura come un pastore esemplare, pronto a sacrificare i propri privilegi per il bene della sua comunità.
Le spoglie di Sant'Urbicio trovarono sepoltura a San Maximin. Nel 1516, le sue reliquie furono riscoperte e trasferite nella chiesa di Saint'Eucario, dove ancora oggi riposano, testimoniando la venerazione di cui il santo vescovo godeva presso i fedeli.
Autore: Franco Dieghi
|