† 339
Nel 339 d.C., sotto l'imperatore Costanzo e il prefetto Filagrio, questi cristiani sacrificarono la vita per la loro fede. In un periodo di persecuzioni ariane, ad Alessandria d'Egitto, i Santi Martiri Alessandrini si opposero con fermezza all'eresia, professando la loro devozione a Cristo. Il Martirologio Romano ricorda il loro martirio avvenuto il "venerdì della Passione", assumendo un valore simbolico di rinascita eterna.
Martirologio Romano: Commemorazione dei santi martiri di Alessandria, che, sotto l’imperatore Costanzo e il prefetto Filagrio, mentre gli ariani e i pagani irrompevano nelle chiesa, furono uccisi nel venerdì della Passione del Signore.
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La loro storia, avvolta nel mistero eppure così ricca di significato, ci trasporta indietro nel tempo, all'epoca turbolenta del IV secolo, quando l'Impero Romano era ancora scosso dalle prime ondate di cristianesimo.
Un contesto di persecuzione
Sotto il regno di Costanzo Cloro, figlio di Costanzo Cloro e Teodora, la Chiesa si trovava ad affrontare un clima di ostilità crescente. I cristiani, considerati una minaccia all'ordine costituito e all'antico culto pagano, venivano perseguitati con ferocia. Ad Alessandria d'Egitto, in particolare, il prefetto Filagrio si distinse per la sua crudeltà, scatenando una vera e propria caccia ai fedeli.
Il sacrificio supremo
Fu in questo contesto che un gruppo di cristiani, spinti da una fede incrollabile, decise di affrontare il martirio. Il loro coraggio si manifestò nel Venerdì Santo del 339, un giorno già carico di dolore e di speranza per la Chiesa. Mentre gli ariani e i pagani irrompevano nelle chiese, seminando il caos e la violenza, questi valorosi martiri si opposero con fermezza, professando la loro fede senza timore.
Un'eredità di fede e di speranza
La loro resistenza non fu vana. Il loro sacrificio, come una luce che brilla nelle tenebre, servì a rafforzare la fede dei cristiani e a testimoniare la forza incrollabile del Vangelo. I loro nomi, purtroppo, non sono stati tramandati dalla storia, ma la loro memoria vive ancora, custodita gelosamente dalla Chiesa.
Autore: Franco Dieghi
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