III sec.
Verso la metà del III secolo le prime comunità cristiane sono disperse dalle persecuzioni di Decio. Paolo è uno dei sette vescovi inviati a predicare in Gallia. Si salva dal martirio che patiscono altri suoi compagni, fonda la Chiesa a Narbonne e ne diventa il primo vescovo attorno al 250.
Martirologio Romano: A Narbonne sulla costa della Francia meridionale lungo la via Domizia, deposizione di san Paolo, vescovo e martire.
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Prudenzio, celebrando nel suo Peristephanon (fine del IV secolo) «le corone» dei martiri, menziona Paolo di Narbona il quale, senza avere subito il martirio, «come un martire... è divenuto la gloria e l’ornamento» della città ed il suo prestigio è eccezionale.
Gregorio di Tours data al 250 - anno in cui l’imperatore Decio fu console con Grato - l’invio in Gallia di sette vescovi missionari, tra cui Paolo che fu destinato a Narbona. Lo storico precisa che egli fu tra coloro che non subirono il martirio, ma «in summa sanctitate viventes, post adquisitos ecclesiae populos ac fidem Christi per omnia dilatataci, felici confessione migrarunt» ed aggiunge che in ogni modo, martiri e confessori «in coelestibus pariter sunt conjuncti».
Il De mysterio sanctae Trinitatis, attribuito a Cesario d’Arles (morto nel 542) ne fa un discepolo degli Apostoli e così anche la Vita Pauli probabilmente della seconda metà del VI secolo.
Il corpo di Paolo fu inumato nel suburbium, tra la via Domiziana e la via d’Aquitania nel luogo in cui si trova oggi la chiesa di san Paolo, e la sua tomba era già venerata nel IV secolo: si tratta d’una delle più antiche testimonianze di un culto reso ad un vescovo non martire.
Il Martirologio Geronimiano lo menziona al 22 marzo e «questa menzione può derivare dalla recensione italica» del V secolo. Il Martirologio di Usuardo l’iscrive al 12 dicembre, mentre il Martirologio Romano lo recensisce alla stessa data del Geronimiano; la diocesi di Carcassonne lo festeggia l’11 dicembre.
La leggenda si è impadronita del fondatore della Chiesa di Narbona: in seguito al mandato apostolico, che il De mysterio sanctae Trinitatis gli attribuiva interessatamente, la tradizione, affidata alle recensioni della Vita, afferma che Paolo non era altri che il proconsole di Cipro, Sergius Paulus, convertito dall’apostolo Paolo durante la sua prima missione. Egli avrebbe quindi seguito l’apostolo a Roma, subendovi spaventosi tormenti, da cui fu salvato miracolosamente; consacrato vescovo, accompagnò Paolo in Spagna, si fermò a Béziers (che evangelizzò, consacrandovi vescovo Afrodisio), quindi a Narbona, di cui fondò la Chiesa e divenne primo vescovo. La fama dei suoi miracoli giunse fino a Roma. Si pretende anche che una parte delle sue reliquie sia stata trasferita a Rochechouart (diocesi di Limoges). È ormai certo, tuttavia, che questa leggenda è priva di ogni fondamento.
Autore: Paul Viard
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