IV secolo
Nato in una famiglia pagana, San Pietro I si convertì al cristianesimo e fu ordinato sacerdote. Nel 301 fu eletto vescovo di Sebaste, in Armenia. In qualità di vescovo, San Pietro I si dedicò alla diffusione del cristianesimo in Armenia, un paese prevalentemente pagano. La sua predicazione fu efficace e molti armeni si convertirono al cristianesimo. Questa attività di evangelizzazione attirò l'attenzione delle autorità romane, che erano ostili al cristianesimo. Nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano, San Pietro I fu imprigionato insieme ad altri 39 cristiani. I prigionieri furono sottoposti a varie torture, ma San Pietro I e i suoi compagni non rinnegarono la loro fede. Alla fine, furono condannati a morte e martirizzati il 9 marzo 303.
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P. Devos, dopo aver ripreso in esame le diverse ipotesi formulate a proposito del Pietro di Sebaste d’Armenia nominato nella lettera Contro Helladium, ha definitivamente stabilito che, in base alla restituzione di questa lettera a Gregorio di Nazianzo (e non a Gregorio di Nissa) operata da E. Honigmann, si deve trattare di Pietro I, e non di Pietro II, fratello di san Basilio e di san Gregorio di Nissa. La lettera, infatti, fu redatta verso il 383, in un’epoca in cui Pietro II era appena giunto alla sede di Sebaste.
L’interesse di questo scritto risiede per noi precisamente nel fatto che Gregorio di Nazianzo vi narra come, in occasione di un primo viaggio a Sebaste, egli aveva assistito alla prima commemorazione di Pietro, associata a quella dei Quaranta Martiri di cui il vescovo era stato contemporaneo.
Gregorio non precisa la data di questa commemorazione, ma avendo avuto cura di notare che si svolgeva in un periodo di grandi calure, se ne è concluso che non si poteva trattare del 9 marzo, giorno tradizionale della festa dei Quaranta Martiri. Ma poiché, d’altra parte, il Martirologio Geronimiano indica anche al 27 agosto una commemorazione di questi martiri, è stata emessa l’ipotesi che la testimonianza di Gregorio potesse riferirsi implicitamente a questa data. Tuttavia Pietro non è menzionato in questo giorno in alcun altro luogo.
Senza poter neanche affermare con certezza che vi si tratti proprio di Pietro, non si rileva su di lui nessun’altra menzione, ad eccezione di quella del Geronimiano al 26 marzo «in Sebastia Petti episcopi». Questa data d’altra parte non si adatta per nulla alla precisazione di Gregorio circa il tempo che faceva il giorno in cui aveva assistito alla commemorazione di Pietro.
Non è il caso di soffermarsi sulla data del 9 gennaio scelta da C. Baronio per venerare Pietro di Sebaste, poiché si tratta di una scelta assolutamente arbitraria e la sua testimonianza, secondo la quale avrebbe trovato tale data nei libri liturgici bizantini, è del tutto fantastica. E poiché, d’altra parte, per lo stesso Baronio il Pietro di Sebaste menzionato nella lettera Contra Helladium non era altri che il fratello di Gregorio di Nissa, è assai probabile che la scelta del 9 gennaio sia il risultato di un’attrazione esercitata dalla commemorazione di quest’ultimo al giorno successivo, 10 gennaio, nei calendari bizantini. Oltre all’attestazione del Nazianzeno a proposito della relazione esistente tra Pietro e i Quaranta Martiri, ve ne è un’altra, precisamente alla fine della passio di costoro. In essa si narra, infatti, che, dopo che i resti dei martiri erano stati gettati nel fiume, Pietro ebbe in sogno un’apparizione nella quale gli si chiedeva di andare sulla riva del fiume per raccoglierne le reliquie. Il vescovo eseguì l’ordine e si recò nel luogo indicato dove trovò i corpi e, con l’aiuto del suo clero, li depose nelle casse.
Come ha rilevato G. Garitte, anche una recensione greca della Vita di san Gregorio l’Illuminatore conosce l’esistenza di Pietro. Di lui non si sa nient’altro se non che fu probabilmente successore di san Biagio, martirizzato verosimilmente sotto Licinio, durante la cui persecuzione morirono i Quaranta Martiri.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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