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Sant' Everardo di Nellemburg Monaco
Festa:
25 marzo
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† 1078
Fondò verso il 1050 il monastero benedettino di Allerheiligen (Tutti i Santi) a Schaffhausen, il cui altare fu consacrato da Leone IX il 22 novembre 1049 e la chiesa da altri il 3 novembre 1054, dotandolo di possessi ed entrandovi come semplice monaco verso il 1070. Vi morì prima del 1080, un 25 marzo, ma la sua memoria, per la coincidenza con la festa dell'Annunciazione, inizialmente fu trasferita al 26. Il sepolcro nella chiesa del monastero, già molto visitato, dall'epoca della Riforma venne dimenticato; si conserva però ancora il sarcofago, anteriore al 1290, con la figura del beato al naturale. Anche la sposa di Everardo, contessa Ita, fondatrice del monastero femminile di S. Agnese a Schaffhausen fu venerata come beata.
Etimologia: Everardo = audace, forte come il cinghiale, dal tedesco
Martirologio Romano: A Schaffhausen in Svevia, beato Everardo, che, conte di Nellenburg, abbracciò la vita monastica nel cenobio di Tutti i Santi da lui costruito.
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Nelle terre sveve, dove il Reno scorre impetuoso, sorge la città di Schaffhausen. Qui, nel cuore dell'XI secolo, la storia di Sant'Everardo di Nellemburg si intreccia con la fede e la fondazione di un monastero destinato a lasciare un segno indelebile.
Nato conte di Nellenburg, Everardo era un uomo di potere e ricchezza. Tuttavia, il suo animo ardeva di un fuoco diverso, quello della spiritualità. Attratto dalla vita monastica, decise di rinunciare ai privilegi terreni per abbracciare la semplicità e la dedizione a Dio.
Intorno al 1050, Everardo diede vita al monastero benedettino di Allerheiligen, "Tutti i Santi". Il suo fervore religioso e la sua munificenza permisero di erigere un complesso di grande bellezza e austerità, che ben presto divenne un punto di riferimento per la comunità locale.
Non pago del suo ruolo di benefattore, Everardo decise di compiere un passo ulteriore: egli stesso si unì alla comunità monastica come semplice monaco, assumendo il nome di Enrico. La sua umiltà e il suo esempio edificarono i confratelli, che in lui videro un modello di dedizione e di fede autentica.
La data precisa della sua morte rimane incerta, ma si presume che sia avvenuta prima del 1080, un 25 marzo. La sua memoria, tuttavia, non si spense con il suo ultimo respiro. Anzi, la sua fama di santità crebbe rapidamente, tanto da far sì che la sua festa, inizialmente, fosse celebrata il 26 marzo, in alternativa al giorno della sua morte, che coincideva con la solennità dell'Annunciazione.
Il sepolcro di Sant'Everardo nella chiesa del monastero divenne meta di pellegrinaggi per fedeli desiderosi di venerare il beato conte. La sua figura, scolpita sul sarcofago anteriore al 1290, lo raffigura con volto sereno e mani giunte in preghiera, a perenne monito della sua profonda devozione.
Anche la moglie di Everardo, la contessa Ita, seguì il suo esempio di dedizione alla fede, fondando il monastero femminile di Sant'Agnese a Schaffhausen.
Autore: Franco Dieghi
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