† 27 marzo 853
Entrò giovanissimo nel monastero benedettino di Fulda; fu compagno di Rabano Mauro, con il quale ascoltò le lezioni di Alcuino (802) nel celebre monastero di S. Martino di Tours. Ritornò a Fulda (804), dove risiedette e insegnò fino all'839 ca., quando fu trasferito ad Hersfeld. Nell'840 ad opera dell'imperatore Ludovico il Germanico fu nominato vescovo di Halberstadt e come tale partecipò ai sinodi di Magonza degli anni 847 e 852. Rabano Mauro gli dedicò l'opera De universo; anche Aimone scrisse parecchio, ma non tutte le opere a lui attribuite e raccolte in tre volumi nel Migne sono autentiche.
Aimone morì il 27 marzo 853.
Etimologia: Aimone = difende la casa con la spada, dal sassone
Emblema: Bastone pastorale
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La vita di Aimone di Fulda, monaco benedettino, teologo e vescovo di Halberstadt, si dipana come un affascinante arazzo intrecciato di studio, insegnamento e impegno pastorale. Entrato in giovane età nel celebre monastero tedesco, egli strinse un legame profondo con Rabano Mauro, con il quale condivise l'ardore per la conoscenza, ascoltando le lezioni del luminare Alcuino a Tours.
Ritornato a Fulda, Aimone profuse il suo sapere come insegnante, illuminando le menti di molti fino all'839, quando venne chiamato a guidare la diocesi di Hersfeld. La sua fama di uomo dotto e integerrimo giunse fino all'imperatore Ludovico il Germanico, che nel 840 lo nominò vescovo di Halberstadt.
In questa veste, Aimone partecipò attivamente ai sinodi di Magonza, contribuendo a dirimere questioni teologiche e disciplinari di primaria importanza per la Chiesa del tempo. La sua penna feconda diede vita a numerose opere, tra cui spicca il commento al Vangelo di Matteo, sebbene non tutte le scritture a lui attribuite siano state accertate come autentiche.
La sua esistenza terrena si concluse il 27 marzo 853, lasciando un'eredità di profonda erudizione e di zelante servizio alla Chiesa.
Autore: Franco Dieghi
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