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Santi Prisco, Malco e Alessandro Martiri di Cesarea di Palestina
Festa:
28 marzo
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† 257-258 o 260
Il racconto del loro martirio, narrato da Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica, ci offre uno spaccato suggestivo della fede cristiana durante la persecuzione di Valeriano (257-258). I tre cristiani, animati da un fervore religioso che li spinge a rimproverarsi a vicenda per la loro "negligenza" nel non aver ancora ottenuto la corona del martirio, decidono di presentarsi spontaneamente al giudice a Cesarea per confessare la loro fede. La loro sorte è segnata: saranno dati in pasto alle belve, ottenendo così il martirio che tanto desideravano. La scarsità di informazioni su questi tre martiri, la cui memoria non è presente negli antichi calendari, rende la loro storia ancora più intrigante. Il loro culto fu introdotto solo da Floro nel suo Martirologio, che si basa sulla traduzione di Eusebio fatta da Rufino. Floro sceglie la data del 28 marzo per la loro commemorazione, identificando uno dei tre Alessandro con un martire già presente nel Martirologio Geronimiano.
Martirologio Romano: Commemorazione dei santi martiri Prisco, Malco e Alessandro: al tempo della persecuzione dell’imperatore Valeriano, essi abitavano in un podere alla periferia di Cesarea in Palestina, città in cui si offrivano allo sguardo numerose corone di celeste martirio; mossi da divino ardore, si presentarono spontaneamente davanti al giudice e, avendolo biasimato perché infieriva soltanto contro il sangue dei pii, furono da lui immediatamente dati in pasto alle fiere in quanto cristiani.
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Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica riporta il martirio di questi tre cristiani, avvenuto durante la persecuzione di Valeriano, quindi negli anni 257-258.
«... Dopo che a Cesarea in Palestina in modo splendido avevano confessato Cristo, ebbero l’onore del santo martirio, divenendo preda delle bestie. Erano Prisco e Malco, e il terzo portava il nome di Alessandro. Abitavano essi nella campagna e dapprima si rimproverarono a vicenda di essere ignari e negligenti, perché mentre l’occasione distribuiva agli infiammati di amore divino i premi del combattimento, essi si ritiravano e non andavano a rapire la corona del martirio. Presa da loro una comune deliberazione, partirono per Cesarea, si presentarono dal giudice e trovarono quella fine di cui già si è parlato (cioè furono dati in pasto alle belve)».
Su Prisco, Malco e Alessandro, dunque, non si conosce se non il fatto che andarono essi stessi a confessare al giudice la loro fede per poter morire martiri. Non si trovano neanche tracce del loro culto negli antichi calendari. Floro per primo introdusse questo gruppo di martiri di Cesarea nel suo Martirologio, dedicando loro un lungo elogio preso dalla traduzione di Eusebio fatta da Rufino. Lo stesso Floro scelse la data del 28 marzo per aver trovato nel Martirologio Geronimiano, a questo giorno, la menzione di un Alessandro a Cesarea che, secondo H. Delehaye, sarebbe invece uno dei martiri di questa città già commemorati nello stesso Martirologio al 24 marzo nel gruppo degli otto aventi a capo Timolao, di cui parla lo stesso Eusebio nel suo libro sui martiri della Palestina. Sempre Alessandro ritorna ancora nello stesso Martirologio, da solo, il 25 e il 27. In effetti, non si vede la ragione per cui, se si trattasse dell’Alessandro compagno di Prisco e Malco, sarebbe entrato senza di loro negli elenchi del Geronimiano.
Dopo Floro la stessa notizia passò nel Martirologio di Adone; Usuardo la riprese abbreviandola nella parte centrale e C. Baronio tornò al testo lungo che inserì, con qualche modifica, nel Romano allo stesso 28 marzo.
Autore: Joseph-Marie Sauget
Fonte:
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