V sec.
Nella Pasqua di un anno del V secolo, ad Aquae Regiae, Mauritania (oggi Algeria), un gruppo di cristiani celebrava la risurrezione di Cristo. I Vandali irruppero, massacrando i fedeli. Un lettore, che cantava l'Alleluia, fu trafitto da una freccia. La loro memoria viene celebrata il 5 aprile.
Martirologio Romano: Ad Arbal in Mauritania, nel territorio dell’odierna Algeria, passione dei santi martiri che durante la persecuzione del re ariano Genserico furono uccisi in chiesa il giorno di Pasqua; il loro lettore fu trafitto da una freccia alla gola, mentre dal pulpito cantava l’Alleluia.
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Nella ricca storia della Chiesa primitiva, la schiera dei martiri occupa un posto di primaria importanza. Tra questi, i Santi Martiri di Aquae Regiae (di Regiis) si distinguono per il loro coraggio e la loro fede incrollabile, testimoniata nel giorno di Pasqua durante la persecuzione del re ariano Genserico.
La persecuzione di Genserico
Nel V secolo, il regno dei Vandali in Africa settentrionale era guidato dal re Genserico, un fervente ariano che perseguitava crudelmente i cristiani cattolici. La sua persecuzione, iniziata nel 429, si intensificò nel 439 con l'emanazione di un editto che ordinava la confisca dei beni ecclesiastici e l'esilio dei vescovi.
Il martirio ad Aquae Regiae
Nel contesto di questa feroce repressione, un gruppo di cristiani di Aquae Regiae, città della Mauritania (oggi Algeria), si trovò ad affrontare la prova suprema del martirio. La loro storia, tramandata da fonti agiografiche, narra di come questi fedeli si fossero riuniti in chiesa per celebrare la Pasqua.
Il lettore trafitto dalla freccia
Mentre il loro lettore intonava l'Alleluia dal pulpito, un gruppo di Vandali irruppe nella chiesa, seminando il terrore tra i presenti. Il lettore, simbolo della voce della Chiesa, fu il primo a cadere, trafitto da una freccia alla gola.
La strage dei fedeli
I Vandali non risparmiarono nessuno. Uomini, donne e bambini furono massacrati senza pietà, offrendo la loro vita in sacrificio per la fede. Il loro sangue innocente macchiò il pavimento della chiesa, diventando una potente testimonianza della loro fede incrollabile.
Autore: Franco Dieghi
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