† 302 circa
Pasicrate e Valenzione, soldati cristiani di Durostoro in Mesia, subirono il martirio durante la persecuzione di Diocleziano. La loro storia, tramandata da sinassari e passioni oggi perdute, narra il loro coraggio di fronte al governatore e la loro resistenza alle torture. Valenzione, dopo un iniziale cedimento, si ravvide e si unì a Pasicrate nella confessione di fede. Entrambi furono decapitati, confortati dalla madre di Pasicrate. La loro memoria è conservata nei martirologi occidentali, dove il loro martirio è associato a quello di altri santi di Durostoro, come Giulio, Esichio, Nicandro e Marciano.
Martirologio Romano: A Silistra in Mesia, nell’odierna Bulgaria, santi Pasícrate e Valenzione, martiri, che, per aver professato Cristo come unico Dio, porsero coraggiosamente il collo alla spada.
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I sinassari bizantini commemorano Pasicrate e Valenzione al 24 aprile con una notizia che è soltanto il riassunto di una passio oggi perduta. I due santi erano originari di Durostoro in Mesia, erano cristiani ed esercitavano il mestiere delle armi. Colmi di pietà per i pagani che adoravano gli idoli di pietra, essi proclamarono apertamente la loro fede cristiana, per cui furono arrestati e condotti davanti al governatore. Pasicrate non soltanto rifiutò di adorare una statua di Apollo, ma vi sputò sopra, mentre Valenzione, il quale per timore dei tormenti aveva apostatato, tentò, per evitargli le sevizie, di trascinare con sé il compagno. Questi tuttavia, perseverò coraggiosamente; interrogato di nuovo e reso più forte dall’esempio di Pasicrate, Valenzione si dichiarò nuovamente cristiano e legato agli stessi convincimenti di Pasicrate.
Furono allora decapitati insieme in presenza della madre di Pasicrate che esortava il figlio a rimanere fedele sino alla fine. La notizia dei sinassari precisa che quest’ultimo aveva allora ventidue anni e Valenzione trenta.
Nella passio di san Giulio il Veterano, martirizzato a Durostoro un 27 maggio, ed in quella dei santi Nicandro e Marciano, anch’essi martiri nella stessa città il 17 giugno dello stesso anno, si fa menzione di un Pasicrate martirizzato poco tempo prima: si trattava della persecuzione di Diocleziano.
Già da tempo sono stati indicati i legami redazionali esistenti tra la passio di Giulio, alla quale non si è mai preteso togliere il carattere storico, quella di Nicandro e Marciano e la notizia dei sinassari dedicata a Pasicrate e a Valenzione, riassunto di una passio oggi perduta.
Abbiamo già avuto occasione, a proposito dei due martiri Marco e Modano, il cui luogo del cui supplizio non è precisato, di attirare l’attenzione su altre rassomiglianze esistenti tra la notizia a loro dedicata al 3 luglio e i tre testi qui citati. È inutile quindi ricordarle ancora; occorre tuttavia far menzione dell’eparca della legione nella quale erano arruolati Marco e Modano, che si chiamava Aulozano, come l’eparca della legione in cui militavano Pasicrate e Valenzione. Ora, per quanto è a nostra conoscenza, questo nome non ritorna in alcun altro testo agiografico. Prima di concludere questo ricordo di altri martiri espressamente nominati come appartenenti a Durostoro, segnaliamo infine il nome del soldato Esichio, anch’egli ricordato nella passio di Giulio e venerato il 15 o 17 giugno. Si tratta di colui che sul luogo del supplizio confortava Giulio dicendogli al termine di un lungo discorso: «Et memor esto mei nam et ego subsequor te. Plurimum etiam saluta Pasicratem et Valentionem famulos Dei, qui nos iam per bonam confessionem praecesserunt».
Gli accostamenti fatti in questa sede con questi altri martiri di Mesia, erano, come si vedrà, necessari per facilitare l’interpretazione delle memorie che troveremo nei martirologi occidentali.
Al 25 maggio nel Martirologio Geronimiano si trova l’annuncio: «Policrati et aliorum IIII» e poiché, più oltre, nella lista dello stesso giorno appariva isolato Dorostori, H. Delehaye non esitava ad accostare i due frammenti e a leggere Pasicrati invece di Policrati. Tale lettura viene legittimata dall’annuncio di Floro allo stesso giorno nel suo Martirologio: «Apud Moesiam civitate Dorostoro, natale sanctorum martyrum Passicratis, Valentionis et aliorum duorum simul coronatorum», tratto certamente da un ms. del Geronimiano. Valenzione vi è citato in compagnia di Pasicrate e vi si fa allusione ad altri compagni. Quanto al loro numero, al «due» è preferibile scegliere, con il Delehaye, il «quattro» come nella menzione precedente. In effetti, non sarebbe difficile identificarli con Giulio, Esichio, Nicandro e Marciano, a condizione tuttavia di estendere il simul nel senso della prossimità dei dati del martirio e non in quello del fattore tempo.
La commemorazione di Pasicrate e Valenzione nel Martirologio Geronimiano posta al 25 maggio è, inoltre, assai vicina a quella di Giulio al 27 dello stesso mese. Il Martirologio siriaco del secolo IV, al 24 maggio (o 23, non è possibile precisarlo a causa di una lacuna del ms.) annuncia Policarpo, nel quale non è azzardato riconoscere la forma Policrato del Geronimiano, anch’essa corruzione di Pasicrate.
In Occidente la commemorazione di Pasicrate e Valenzione passò da Floro ad Adone e Usuardo. C. Baronio la inserì a sua volta nel Martirologio Romano, sempre al 25 maggio, con un errore facile da correggere: Dorostori in Mysia, invece che Mesia.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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