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Santo Stefano di Antiochia Vescovo e martire
Festa:
25 aprile
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† 471
Vescovo di Antiochia dal 451 al 471, emerge dalle nebbie della storia come un campione della fede ortodossa, la cui vita, avvolta nel mistero delle origini e della giovinezza, si dispiega nella luce del martirio. Nato ad Antiochia, fiorente centro di cultura e religiosità, in una famiglia cristiana di fervente devozione, egli si distinse per il suo acume intellettuale e la profonda conoscenza delle Scritture. Consacrato vescovo nel 451, si trovò ad affrontare le turbolenze ecclesiastiche del monofisismo, schierandosi con fermezza a favore della dottrina di Calcedonia. La sua difesa della natura duale di Cristo gli attirò l'odio degli eretici, che lo perseguitarono con calunnie, violenze e l'esilio. Sotto l'imperatore monofisita Zenone, la sua sofferenza culminò nel 471 con l'arresto, la tortura e il martirio nel fiume Oronte
Martirologio Romano: Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, santo Stefano, vescovo e martire, che patì molto da parte degli eretici che si opponevano al Concilio di Calcedonia e, al tempo dell’imperatore Zenone, morì precipitato nel fiume Oronte.
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Le informazioni sulla nascita e la giovinezza di Stefano sono frammentarie. Sappiamo che nacque ad Antiochia di Siria, città all'epoca importante centro culturale e religioso, in una famiglia cristiana di fervida fede. La sua formazione teologica avvenne probabilmente nella stessa Antiochia, dove si distinse per il suo acume intellettuale e la sua profonda conoscenza delle Scritture.
Nel 451, Stefano fu consacrato vescovo di Antiochia, succedendo a Massimo II. Il suo episcopato coincise con un periodo di turbolenze ecclesiastiche, segnato dalla controversia monofisita che divideva la Chiesa. Stefano si schierò con fermezza a favore della dottrina ortodossa, definita nel Concilio di Calcedonia del 451, che condannava il monofisismo e affermava le due nature, umana e divina, di Cristo.
Le sue posizioni teologiche gli attirarono l'opposizione degli eretici monofisiti, che lo perseguitarono con accanimento. Stefano dovette affrontare calunnie, violenze e persino l'esilio. Nel 471, sotto l'imperatore Zenone, favorevole al monofisismo, la sua sofferenza raggiunse il culmine: fu arrestato, torturato e infine gettato nel fiume Oronte, dove trovò la morte.
Santo Stefano di Antiochia è venerato come martire dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. La sua memoria liturgica ricorre il 25 aprile.
Autore: Franco Dieghi
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