Vescovo di Evorea nell'Epiro al tempo dell'imperatore Teodosio, è venerato come santo per la sua insigne santità e i suoi miracoli, sebbene i dettagli della sua vita siano confusi con quelli di San Donato d'Arezzo. La sua fama di taumaturgo è testimoniata da Sozomeno, che narra la sua vittoria su un drago che terrorizzava la regione e la sua prodigiosa creazione di una fonte d'acqua. Celebrato il 30 aprile nel Martirologio Romano, il suo culto si diffuse in diverse epoche e luoghi, con l'imperatore Giustiniano che gli dedicò due fortezze e le sue reliquie che si dice siano state traslate a Murano.
Martirologio Romano: A Paramýthia in Epiro, nell’odierna Grecia, san Donato, vescovo, che al tempo dell’imperatore Teodosio rifulse di insigne santità.
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Visse al tempo di Teodosio (gli fu, anzi, erroneamente attribuito l'onore di averlo battezzato) e rifulse per santità. I suoi Atti, però, vennero frammischiati con quelli di san Donato d'Arezzo, cosicché è impossibile precisare molti dettagli. Con tutto ciò sembra doversi ritenere che, mentre gli Atti fanno di san Donato d'Arezzo un martire, Donato di Evorea non è celebrato come tale, ma come grande taumaturgo. A questo proposito si legge una testimonianza di Sozomeno: "Eodem tempore in diversi orbi partibus multi inter episcopos enituerunt. Ex his fuit Donatus, Euroeae in Epiro episcopus: quem cum alai multa ammirabili perpetrasse, ius lochi incolse testantur, tum illud precipue quod in draconis interfectione gesti". Il dragone, che divorava il bestiame nei dintorni, sarebbe stato vinto e ucciso dal santo con un segno di croce. Sozomeno ricorda anche che un giorno, Donato, stanco di viaggiare e assetato, vedendo la regione arida, si rivolse a Dio e poi, scavando in terra con la mano, fece scaturire una abbondante vena d'acqua in una località presso la quale sorse poi la chiesa in suo onore. "Huic Donato sepulcrum est illustri ecclesia, qua ab ipso cognome accepit. Iuxta ecclesiam fon est uberrimus, quem Deus precibus ius annuens, illic edidit, cum antea non esset. Erat enim is focus prorsus aridus".
Nel Martirologio Romano è ricordato al 30 aprile, ma il Baronio, considerandolo erroneamente un personaggio diverso, lo ricorda nuovamente al 29 ottobre; l'occasione gli fu offerta dalla lettera scritta da san Gregorio Magno ad Alcisone, vescovo dell'isola di Corcira (Corfù), affinché costui permettesse ai sacerdoti nella città di Evorea di collocare nella chiesa di san Giovanni, posta in Cassiope, le reliquie del santo. Nei sinassari greci Donato è ricordato al 30 aprile, ma se ne fa qualche menzione pure nel mese di agosto. Donato morì verso il 387 e divenne patrono dell'antico Epiro. A lui l'imperatore Giustiniano dedicò due sue fortezze; si dice che le sue reliquie furono portate nel convento di Nostra Signora nell'isola di Murano, vicino a Venezia.
Autore: Pietro Bertocchi
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