Banja Luka, Bosnia, 1896 - Zagabria, Croazia, 10 maggio 1928
Nato a Banja Luka nel 1896, si configura come un esempio emblematico di laico cristiano impegnato nella società del primo Novecento. La sua esistenza, breve ma intensa, si dipana come un affascinante romanzo di formazione, in cui la fede cattolica diviene bussola in un'epoca di profondi sconvolgimenti. Cresciuto in una famiglia borghese non particolarmente religiosa, Ivan trova la sua strada verso la santità grazie all'incontro con un insegnante del ginnasio e all'esperienza della Prima Guerra Mondiale, che forgia il suo carattere e lo avvicina a Dio. Laureato in filosofia e letteratura francese, Merz si dedica con fervore all'apostolato tra i giovani, fondando le "Aquile" (Orlovi) nell'ambito dell'Azione Cattolica e diffondendo in Croazia i principi del movimento liturgico. Intellettuale cattolico di rara sensibilità, egli anima e orienta la gioventù verso Cristo e la Chiesa, ponendosi come modello di vita esemplare. La sua prematura scomparsa quando ha soli 32 anni.
Martirologio Romano: A Zagabria in Croazia, beato Ivan Merz, che, dedito agli studi umanistici e all’insegnamento, diede ai giovani un fulgido esempio di educatore radicato nella fede in Cristo e di laico cristiano impegnato per il progresso della società .
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Lo definiscono un “frutto spirituale spontaneo”, perché alle spalle non ha una famiglia di solidi princìpi cristiani, non un seminario e neppure una guida spirituale stabile. Trova da solo la “sua” strada verso la santità e, inoltre, gli riesce di essere guida e modello per molti altri. Nasce a Banja Luka (in Bosnia Erzegovina) nel 1896, in una famiglia liberale e borghese. E’ un giovane brillante, elegante e moderno, che va in bicicletta, pattina, gioca a calcio e a scacchi. E’ ammirato e anche un po’ invidiato quando gioca – anche piuttosto bene - a tennis con i generali dell’esercito austriaco, ex colleghi di suo padre. Studia in privato l’inglese, il pianoforte, il violino. Ha dunque tutte le carte in regola per entrare nella buona società, lasciarsi avvolgere dal lusso e abbandonarsi ad una spensierata leggerezza. Ha una fede debole, vissuta con leggerezza, in perfetta linea con il clima respirato in famiglia. Ad avvicinarlo alla fede, quella autentica e matura vissuta con intensità e coerenza, è uno dei suoi insegnanti del ginnasio, al quale sarà sempre riconoscente. A 16 anni il primo amore, il primo ballo, il primo bacio, ma Greta muore poco dopo in modo tragico, lasciandogli un rimpianto dentro che lo accompagnerà a lungo. I genitori lo vogliono all’accademia militare, ma ne esce dopo appena tre mesi, nauseato dalla corruzione dell’ambiente. Si iscrive all’università di Vienna e comincia a camminare sulla strada della perfezione, migliorando ogni giorno, rispettando un rigido programma di vita che si è dato, pregando tanto e ricevendo spesso la comunione. Nel 1916 parte per la guerra e ad inizio 1918 lo troviamo sul fronte italiano: guarda la morte in faccia e ripudia ancor di più la guerra, che ha già sempre contestato. Ma la guerra lo forgia, lo plasma e gli insegna molte cose: quando torna a casa ha superato tutte le crisi e le lotte spirituali, è diventato maturo, è sempre più saldo nella fede. Va a studiare a Parigi la letteratura francese, grazie ad una borsa di studio e comincia a preparare la tesi di laurea sull’influsso della liturgia sugli scrittori francesi: si sta infatti innamorando della liturgia e vuole che se ne innamorino i giovani, per i quali inizia un intenso apostolato, fatto soprattutto di testimonianza. Tutti sono d’accordo nel dire che da lui emana una luce e una forza che hanno radice nella sua vita di preghiera e di penitenza. Scopre che “la fede cattolica è la mia vocazione di vita” e poiché la fede senza le opere è morta, eccolo impegnato in squisiti gesti di carità, di bontà e di accoglienza che stupiscono e commuovono. Fedelissimo al Papa e innamorato della Chiesa, si forza di far assorbire all’associazionismo cattolico croato i princìpi dell’Azione Cattolica, enunciati da Pio XI nell’enciclica del 1922. Muore a Zagabria dopo appena alcuni mesi di malattia il 10 maggio 1928, a soli 32 anni, offrendo la vita per la Chiesa e per i “suoi” giovani. Giovanni Paolo II°, il 22 giugno 2003, nel suo viaggio in Bosnia eleva agli onori degli altari il primo bosniaco, proclamando beato Ivan Merz, il giovane in “formato europeo” che può essere patrono e modello dei cittadini di un’Europa unita dalle comuni radici cristiane.
Autore: Gianpiero Pettiti
Ivan Merz e nato a Banja Luka in Bosnia il 16 dicembre 1896. Lì riceve un'educazione piuttosto liberale. Finisce gli studi ginnasiali nella sua città natale. Conseguito il diploma liceale nel 1914, frequenta per tre mesi l'accademia militare di Vienna e poi comincia gli studi universitari. A causa della Prima guerra mondiale deve interrompere gli studi e viene arruolato; sperimenta sul fronte tutte le atrocita della guerra. Finita la guerra, riprende gli studi di letteratura a Vienna e li termina a Parigi. Nel 1922, ritorna a Zagreb (Croazia) dove diventa professore di letteratura e lingua francese. Infine nel 1923, si laurea in filosofia all'Università di Zagabria con la tesi: "L'influenza della liturgia sugli scrittori francesi".
Privatamente si dedica ai studi di filosofia, teologia e approfondisce i documenti del Magistero della Chiesa. Attraverso la meditazione, ma soprattutto grazie all'esperienza acquisita durante la guerra, raggiunge il vero significato della vita nella fede cristiana. Si dona completamente a Cristo e fa da laico il voto di castità perpetua. Dedica tutto il suo tempo libero all'educazione della gioventù croata, nell'organizzazione delle "Aquile" (Orlovi), nell'ambito dell'Azione Cattolica e crea per questa il motto "Sacrificio-Eucaristia-Apostolato". Come intellettuale cattolico, attraverso scritti e incontri, anima e orienta giovani e adulti verso Cristo e verso la Chiesa. Diffonde sistematicamente in Croazia l'Azione Cattolica. I cattolici croati lo considerano uno dei massimi iniziatori del movimento liturgico. Come intellettuale cattolico si distingue per l'amore e la devozione verso la Chiesa di Roma e verso il Vicario di Cristo; i due sentimenti che cerca di inculcare in tutte le persone con le quali viene a contatto. Anche se giovane laico, è considerato come uno dei pilastri della Chiesa croata. Con la sua vita cristiana esemplare, con l'apostolato e le voluminose opere scritte, ha lasciato nella Chiesa croata una preziosa eredità spirituale che è diventata fonte di ispirazione per le future generazioni.
Desiderava fondare una comunità di laici al servizio di Cristo e della Chiesa. Questo suo progetto, dopo la sua morte, si e concretizzato in parte per opera di Marica Stankovic, che ha fondato il primo Istituto secolare femminile in Croazia: "La Comunità delle collaboratrici di Cristo Re". Il nome di Ivan Merz ha significato e significa tuttora un programma di vita e di lavoro.
Ivan è stato un uomo di fede autentica, di viva preghiera, di tenace abnegazione. Riceveva la Comunione tutti i giorni e partecipava all'adorazione eucaristica. Fu un uomo di vasta cultura, era vicino ai suoi simili, manifestava a ciascuno tutto il suo amore cristiano.
Ivan è morto a Zagabria a soli 32 anni, il 10 maggio 1928 in odore di santità. In punto di morte ha offerto a Dio la sua vita per la gioventù croata.
I suoi resti mortali si trovano nella Basilica del Sacro Cuore a Zagabria, dove negli ultimi sei anni della sua vita era solito partecipare alla messa quotidianamente. Nel 1958 è iniziato il processo diocesano per la sua beatificazione, conclusosi nel 1986. Fu poi trasferito a Roma presso la Congregazione per le cause dei santi, dove adesso prosegue.
Su Ivan Merz sono pubblicati parecchi scritti, prevalentemente in lingua croata. A Roma, sull'Anselmianum (1975) et sul Salesianum (1978) sono state scritte in italiano e pubblicate due tesi di laurea su Ivan Merz. In occasione del Sinodo dei Vescovi sui laici in Vaticano il 10 ottobre 1987 fu tenuto a Roma nella Curia Generalizia dei Gesuiti un simposio su Ivan Merz. La figura di Ivan Merz fu presentata anche nel Colloquio internazionale sulle comuni radici cristiane delle nazioni europee tenutosi in Vaticano nel novembre 1981. Nel 1998 la Libreria Editrice Vaticana ha publicato il volume di Mons. Fabijan Veraja "Ivan Merz pioniere dell'Azione Cattolica in Croazia" di 1104 pagine che serve anche come documento base per il suo processo di beatificazione.
Nella personalità di Ivan Merz confluiscono dal punto di vista etnico e culturale, elementi di varie nazioni europee, in un insieme armonico, perfettamente saldato dalla religione cattolica. In questo senso Ivan Merz puo servire da modello per i cittadini di una futura Europa unita sulle comuni radici cristiane.
PENSIERI DI IVAN MERZ
Devi sapere che la vita universitaria a Vienna, la guerra, gli studi e, alla fine Lourdes mi hanno convinto fino in fondo sulla veridicità della fede cattolica. Ed e per questo che tutta la mia vita ruota intorno a Cristo Signore (lettera alla madre da Parigi nel 1921).
La fede cattolica è la mia vocazione di vita.
Perchè amo la Chiesa Cattolica e il Santo Padre?
Perchè nella Chiesa vedo la chiara immagine dell'amatissimo Salvatore, l'uomo-Dio Cristo Gesù, con tutte le sue perfezioni, e nelle sembianze del Papa vedo il mio Dio e il mio Signore.
Se non credessi cesserei di esistere.
Alla radice di ogni apostolato deve esserci la lotta contro il peccato.
Il testamento di Ivan
Morto nella pace della fede cattolica. La mia vita fu Cristo e la morte un guadagno. Aspetto la misericordia del Signore e l'indivisibile, completo, eterno possesso del Santissimo Cuore di Gesù. Felice nella gioia e nella pace. La mia anima raggiungerà lo scopo per il quale è stata creata.
Questo testo Ivan Merz I'ha composto da solo poco prima di morire. Oggi si trova come epitafio sulla sua tomba nella Basilica del Sacro Cuore a Zagabria.
Autore: Bozidar Nagy
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