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San Gallo Vescovo di Clermont
Festa:
14 maggio
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486 - 14 maggio 551
Vescovo di Clermont e zio di Gregorio di Tours, nacque attorno al 486 da nobile famiglia e, dopo una miracolosa guarigione, abbracciò la vita monastica, distinguendosi per il rigore ascetico e la sua voce melodiosa. Nominato vescovo da Teodorico I, si distinse per la sua mitezza, il perdono e la generosità, operando miracoli e partecipando attivamente ai concili di Orléans e Clermont. Morì nel 551, venerato da cristiani ed ebrei, e la sua fama di taumaturgo si consolidò nel corso dei secoli, con il suo culto fissato al 1° luglio. La sua storia, ricca di aneddoti e miracoli, ci offre uno spaccato sulla vita religiosa e politica della Gallia del VI secolo, intrecciando la dimensione spirituale con le vicende storiche del regno merovingio.
Martirologio Romano: Nello stesso luogo (Clermont Ferrand), san Gallo, vescovo, che fu uomo umile e mite, zio di san Gregorio di Tours.
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Zio di Gregorio di Tours, il quale ne scrisse la biografia, nacque verso il 486 da ricca e nobile famiglia: sua madre era discendente di Vettio Epagato, uno dei martiri di Lione del 177. Verso il 507 fu guarito miracolosamente sulla tomba di san Giuliano di Brioude; rifiutò allora di sposarsi ed entrò nel monastero di Coumon, dove si distinse per i digiuni, lo studio ed una bella voce.
Attirò l'attenzione del vescovo Quinziano di Clermont (515-525) che lo volle con sé «et ut coelestis pater in dulcedine spirituali nutrivit». Durante una scorreria nell’Alvemia, il re Teodorico I (morto nel 534) lo condusse seco a Colonia, dove Gallo incendiò un tempio e a stento fu salvato dall'ira dei pagani. Alla morte di Quinziano (525 o 526) il re lo designò a succedergli. Nel suo nuovo ufficio Gallo si distinse per la bontà, l'umiltà e la generosità nel perdonare i nemici; alla sua intercessione furono attribuiti anche dei miracoli. Si fece rappresentare ai concili di Orléans del 533 e 538 e partecipò personalmente a quelli del 541 e 549; nel 535 egli stesso tenne a Clermont un concilio al quale parteciparono quattordici vescovi.
Morì il 14 maggio 551, domenica prima dell'Ascensione, e ai suoi funerali parteciparono numerosi cristiani ed ebrei. Fu seppellito nella chiesa di san Lorenzo e Venanzio Fortunato compose l'epitaffio in diciassette distici. Sulla sua tomba, che esisteva ancora nel secolo X, si operarono dei miracoli e il suo culto, di cui un messale di san Floro del secolo XIV è la più antica testimonianza, si affermò nei dintorni.
A partire dal secolo XV la sua festa è fissata al 1° luglio, mentre il Martyrologium Romanum lo pone al 14 maggio.
Autore: Paul Viard
Fonte:
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