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San Teofilo da Corte Frate Minore Francescano
Festa:
19 maggio
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Corte (Corsica), 30 ottobre 1676 – Fucecchio (Firenze), 19 maggio 1740
Nato a Corte, in Corsica, nel 1676 Biagio de Signori entrò a 17 anni tra i Cappuccini, poi passò ai Frati Minori Osservanti tra i quali rimase prendendo il nome di Teofilo. Fu a Roma e a Napoli, dove venne ordinato prete nel convento di Santa Maria la Nova nel 1700. Destinato all'insegnamento, vi rinunciò per vivere dodici anni con san Tommaso di Cori - dal quale fu molto influenzato - nel convento laziale di Civitella San Sisto (oggi Bellegra) sui Monti Prenestini. Ne era il padre guardiano. Percorse, predicando, tutta la Sabina e la zona di Subiaco. Poi, per ristabilire la presenza francescana in Corsica, l'ordine pensò a lui. Quindi tornò sull'isola natìa e divenne padre guardiano della nuova fondazione di Zúani. Ma non finì qui. Fu richiamato a Roma e poi di nuovo a Civitella San Sisto, stavolta come superiore. Infine a Fucecchio, in Toscana, dove morì, nel convento da lui fondato, nel 1740. È stato proclamato santo nel 1930. (Avvenire)
Etimologia: Teofilo = amico di Dio, dal greco
Martirologio Romano: A Fucecchio in Toscana, san Teofilo da Corte, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che molto promosse l’organizzazione di ritiri per i Frati e mostrò grande devozione alla passione di Gesù e alla Vergine Maria.
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Biagio de Signori nacque a Corte in Corsica il 30 ottobre 1676, figlio di Giovanni Antonio e di Maddalena Arrighi. Fino ai 17 anni visse tra casa, scuola e chiesa, finché attratto dall’ideale francescano, abbandonò la casa paterna e andò nel convento non lontano dei Cappuccini. Dopo un certo periodo passò fra i Frati Minori Osservanti del vicino convento di s. Francesco (oggi non più esistente); il 21 settembre 1693 vestì l’abito francescano prendendo il nome di Teofilo; emise la sua professione religiosa un anno dopo nel 1694. Due anni dopo andò a Roma per completare gli studi filosofici e a Napoli per studiare teologia nel convento, oggi monumentale, di S. Maria la Nova, dove venne ordinato sacerdote il 30 novembre 1700. Destinato all’insegnamento, nella prima metà del 1702, per prepararsi al concorso volle ritirarsi nel solitario cenobio di S. Francesco presso Civitella San Sisto (attuale Bellegra) sui Monti Prenestini, qui avvenne l’incontro con il beato Tommaso da Cori, che cambiò l’indirizzo della sua vita. Rinunziò all’insegnamento e con il permesso dei superiori rimase nel convento di Bellegra, sotto la guida del beato Tommaso; rimase lì fino al 1709, poi venne trasferito per sei anni al convento di Palombra, dove fu anche Guardiano dal 1713 al 1715, anno in cui ritornò a Bellegra. Rimase in questo cenobio 12 anni, ricoprendo per due volte la carica di Guardiano nel 1715 e nel 1724, si alternò ancora una volta con il convento di Palombra per riportarvi l’osservanza della disciplina alquanto rilassata e nel 1729 era di nuovo a Bellegra, nei due posti portò sempre il suo elevato spirito serafico, un fervido zelo apostolico ed efficaci virtù di governo. Predicatore eccellente, molto ascoltato e persuasivo nel suo dire, Teofilo da Corte percorse senza sosta quasi tutti i paesi della Sabina e della zona di Subiaco, per portare la parola di Dio. Nel 1730 l’Ordine Francescano dispose di stabilire un ritiro in Corsica e Teofilo fu incaricato dell’opera, dopo 34 anni rientrò in patria, divenendo il Guardiano del nuovo ritiro di Zúani, il 20 dicembre 1732. Ma la sua attività itinerante non era ancora conclusa, fu richiamato a Roma nel 1734 e nel 1735 tornò come superiore a Bellegra; ma dopo un poco riprese il cammino per andare a fondare una nuova casa francescana in Toscana; fu scelto il convento della Vergine di Fucecchio vicino Firenze, sulla riva destra dell’Arno; dove superate tutte le difficoltà, sotto la sua esperta guida, il convento si affermò diventando un centro di vera attrazione spirituale. Ed a Fucecchio trascorse gli ultimi anni della sua intensa, laboriosa vita; la morte sopraggiunse dopo una brevissima malattia il 19 maggio 1740. La fama della sua santità e i numerosi pellegrinaggi alla sua tomba, spinsero al punto che il primo dei processi canonici per la sua beatificazione, si ebbe già nel 1750. Venne dichiarato venerabile da papa Benedetto XIV il 21 novembre 1755; beatificato da papa Leone XIII il 19 gennaio 1896 e il 29 giugno 1930, l’apostolo di Fucecchio e di tutta la diocesi di S. Miniato, venne canonizzato da papa Pio XI. Di lui restano vari scritti pubblicati in italiano e latino e un gran numero di lettere epistolari dirette tutte al padre Scalabrini, allora Provinciale della Toscana, che descrivono le difficoltà e le vicende del nuovo convento di Fucecchio; altri scritti di carattere formativo e spirituale, sono andati perduti.
Autore: Antonio Borrelli
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