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San Mancio di Ebora Vescovo e Martire

Festa: 21 maggio

† Ebora, Portogallo, 15 maggio V-VI sec. (?)

Poche le notizie certe sul suo martirio, avvenuto probabilmente in Portogallo tra il V ed il VI secolo. Le sue reliquie, venerate ad Ebora fino all'invasione araba del VIII secolo, trovarono rifugio in monasteri spagnoli, divenendo oggetto di culto in diverse località. Tuttavia, la leggenda intreccia la sua storia a Cesena, cittadina romagnola, dove nel XVII secolo il cronista Bernardino Manzoni, in un volo pindarico di fantasia, lo proclamò concittadino e addirittura suo antenato. Questa teoria, priva di fondamento storico, non scalfì la devozione a San Mancio a Cesena

Martirologio Romano: A Évora in Portogallo, san Mancio, martire.


Poche sono le notizie sicure che noi possediamo intorno a san Mancio (Manzio). Forse era di origine romana e fu ucciso dai Giudei nel territorio di Ebora in Portogallo il 15 maggio. Non si conosce l’anno del suo martirio e neppure il secolo, che alcuni ritengono il V o il VI. Le pretese di coloro che lo dicono vissuto nel I secolo e che lo fanno il primo vescovo di Ebora non hanno fondamento.
Le reliquie furono venerate nella chiesa a lui dedicata, ad Ebora, fino agli inizi del secolo VIII, epoca dell’invasione dei musulmani, quando vennero trasferite al monastero benedettino di Villanueva di san Mancio, in diocesi di Palencia, la cui chiesa fu consacrata a Mancio il 27 maggio 1195. A Sahagun, probabilmente nella stessa epoca, gli si dedicò un’altra chiesa nella quale, nel 1565, fu trasferita la testa. Nel 1592 fu inviato un braccio alla chiesa a lui dedicata in Ebora, come attesta il Breviario di questa diocesi, stampato nel 1702.
La festa si celebra a Ebora il 21 maggio, alla stessa data segnata dagli Atti leggendari, dal Martirologio di Floro e da alcuni mss. di quello di Usuardo. Baronio, alla stregua del Trujillo nel suo Thesaurus concionatorum, gli assegnò la data del 15 maggio, giorno in cui si celebra anche la festa dei Varones apostòlicos.
Nella città di Cesena, in Romagna, l'11 aprile 1685 fu posta la prima pietra della chiesa del Suffragio, intitolata alla Natività della Madonna e a san Mancio e il 15 maggio si recita l’Ufficio del martire con le lezioni del secondo Notturno compilate dal vescovo Antonio Maria Cadolini, approvate dalla santa Congregazione dei Riti il 9 marzo 1824. Ma si tratta di un culto tardivo, dovuto alle fantasticherie di un cronista di nessun valore, Bernardino Manzoni, definito dal Lanzoni «uno dei più ingenui campanilisti del secolo XVII, che sognava ad occhi aperti», il quale, senza alcuna ragione, volle fare di Mancio un cittadino cesenate dei tempi di Cristo e per giunta, data la somiglianza dei nomi Manzius e Manzonius, un ascendente della sua famiglia.


Autore:
Pietro Burchi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-26

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