† 259
In tempi di persecuzione sotto l'imperatore Valeriano, i Santi Lucio, Montano e Compagni, cristiani di Cartagine (Tunisia), furono arrestati per la loro fede. Nonostante le torture e la prigionia, la loro fede rimase incrollabile. In una lettera ai cristiani, raccontarono le loro sofferenze e la loro speranza nella vita eterna. Condannati a morte, affrontarono il martirio con serenità, diventando simbolo di resistenza e convertendo molti pagani.
Martirologio Romano: A Cartagine, nell’odierna Tunisia, santi Lucio, Montano, Giuliano, Vittorìco, Vittore e Donaziano, martiri, che, per la religione e la fede che avevano appreso dall’insegnamento di san Cipriano, affrontarono il martirio sotto l’imperatore Valeriano.
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Nel cuore della persecuzione di Valeriano, che sconvolse l'Impero Romano nel III secolo, risplende la luce inossidabile della fede dei Santi Lucio, Montano e Compagni. Questi valorosi cristiani, originari di Cartagine, nell'odierna Tunisia, offrirono la loro vita in testimonianza del Vangelo, lasciando un'eredità indelebile di coraggio e incrollabile devozione.
Sebbene le informazioni pervenuteci non siano esaustive, la loro storia ci ispira e commuove. Lucio, figura di spicco, era lettore nella Chiesa di Cartagine, mentre Montano ricopriva il ruolo di esorcista. I loro compagni, Giuliano, Vittorico, Vittore e Donaziano, erano uniti da un profondo legame di fede e amicizia.
In un clima di crescente ostilità verso il Cristianesimo, l'imperatore Valeriano emanò un editto che imponeva il culto degli dei romani e la rinuncia alla fede cristiana. Lucio, Montano e Compagni, incapaci di abiurare le loro convinzioni, furono arrestati e incarcerati.
Durante la prigionia, che si protrasse per mesi, i Santi subirono dure privazioni e torture. La fame, la sete e le sofferenze fisiche non scalfirono però la loro incrollabile fede. Anzi, la loro devozione si rafforzò, divenendo faro di speranza per i loro compagni di cella.
In un momento di particolare sconforto, i Santi redassero una commovente lettera, indirizzata ai cristiani di Cartagine. In essa, narravano le loro sofferenze, ma soprattutto ribadivano la loro incrollabile fede e la speranza nella vita eterna. La lettera divenne un potente simbolo di resistenza e incoraggiamento per la comunità cristiana oppressa.
Dopo mesi di tormenti, Lucio, Montano e Compagni furono condotti al martirio. Affrontarono la morte con serenità e coraggio, offrendo la loro vita in testimonianza del loro amore per Cristo. Il loro sacrificio non fu vano: la loro fede incrollabile ispirò e convertì numerosi pagani, rafforzando la comunità cristiana di Cartagine.
Già nel VI secolo, la fama dei Santi Lucio, Montano e Compagni era diffusa in tutto il Nord Africa. La Basilica di Henchir el Beguer, in Tunisia, sorse proprio per custodire le loro reliquie. Nel Martirologio Romano, la loro memoria è fissata al 23 maggio, invitandoci a celebrare il loro esempio di coraggio, fede e incrollabile devozione.
Autore: Franco Dieghi
San MONTANO, Martire
Discepolo di Cipriano, subì il martirio a Cartagine nel 259 sotto l’impero di Valentiniano. Dopo che a Cartagine aveva avuto luogo una sedizione popolare, l’autorità civile mise in atto un’azione repressiva nei confronti dei cristiani. Montano venne arrestato per ordine del governatore, e insieme a Lucio, Flaviano, Giuliano, Vittorico, Primolo, Iteno e Donaziano, fu portato in carcere e lasciato là alcuni mesi a soffrire la fame e la sete. Quindi venne condotto davanti al giudice per essere interrogato, e continuò coraggiosamente a professare la sua fede in Cristo, fino a quando subì l’estremo supplizio. Mentre, si avviava a incontrare il suo carnefice sotto gli occhi del popolo incuriosito, mostrava un aspetto gioioso e invitava tutti alla carità e all’unità.
Montano con i suoi compagni è protagonista di una passione, ovvero la “Passio SS. Montani et Luci” (cfr. BHL 6009) ed è menzionato in vari calendari antichi. La “Passio SS. Montani et Luci”, il “Calendarium Carthaginensis” e il “Martyrologium hieronymianum” pongono al 23 maggio il supplizio di Montano e Lucio e al 25 maggio il supplizio di Flaviano. Viceversa il “Martyrologium Romanum”, probabilmente sbagliando, assegna la festa di Montano e di tutti i suoi compagni al 24 febbraio.
Il culto di Montano nella zona di Tebessa è attestato da un’iscrizione, non anteriore al VI secolo, appartenente all’altare della basilica di Henchir-el-Beguer.
Autore: Paola Marone
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