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San Guiberto di Gembloux Monaco
Festa:
23 maggio
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† 962
Le fonti, assai numerose, relative a s. Guiberto, sono piuttosto tardive; segnaliamo una Laudario, dovuta a Erlui-no, abate di Gembloux, una Elevatio, dei Miracula e soprattutto una Vita, scritta da Sigeberto di Gembloux (senza dubbio tra il 1071 e il 1075), che, accanto a qualche raro dato tolto dalla tradizione orale in vigore nell'abbazia, forniscono soprattutto delle varianti di stile su considerazioni ascetiche, intramezzate da numerose citazioni della Sacra Scrittura. Nato senza dubbio alla fine del sec. IX da una famiglia della regione di Namur, Guiberto avrebbe prima esercitato il mestiere delle armi, decidendosi poi a rinunziare ai beni terreni; verso il 936 donò la sua terra di Gembloux a Dio per costruirvi un monastero, che affidò ai monaci dell'abbazia di Gorze. Lasciata la carica di abate ad Erluino, si ritirò a Gorze dove morì, dopo aver promesso - si afferma a Gembloux - che il suo corpo sarebbe appartenuto a questa abbazia. Elevate nel 1110, le sue reliquie furono messe in una cassa dall'abate Ancardo nel 1550 e se ne fecero ricognizioni nel 1623 e 1871.
Martirologio Romano: Presso Gemboux nel territorio di Liegi in Lotaringia, nell’odierno Belgio, deposizione di san Guiberto, monaco, che, abbandonata la vita militare e abbracciata la disciplina della vita monastica, costruì un cenobio su un fondo di sua proprietà, ritirandosi poi nel monastero di Gorze in Lotaringia.
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San Guiberto, nato verso la fine del IX secolo in una nobile famiglia della regione di Namur, inizialmente abbracciò la carriera militare. Si distinse per il suo coraggio e valore sui campi di battaglia, guadagnando la stima dei commilitoni e incutendo timore nei nemici. La sua vita mondana, però, era destinata a subire una profonda trasformazione.
Un'illuminazione divina indusse Guiberto a riflettere sulla sua esistenza violenta e a ricercare un percorso di redenzione. Abbandonò la vita militare e, spinto da un fervente desiderio di espiare i suoi peccati e ricongiungersi con Dio, si rivolse all'imperatore Ottone I chiedendogli di essere esonerato dal servizio militare e di concedergli il permesso di dedicarsi alla vita monastica.
L'imperatore Ottone, non solo acconsentì alla richiesta di Guiberto, ma lo sostenne economicamente nella fondazione di un monastero a Gembloux, su terreni di proprietà della sua famiglia. Questo avvenne intorno al 936. Il monastero, affidato ai monaci dell'abbazia di Gorze, divenne un centro di fervore religioso e cultura.
Dopo aver affidato la carica di abate a Erluino, Guiberto si ritirò nell'abbazia di Gorze, rinomata per la sua disciplina e spiritualità. Qui, dedicò il resto della sua vita alla preghiera, allo studio delle Sacre Scritture e alla meditazione. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, attirando a Gorze numerosi pellegrini desiderosi di ricevere i suoi consigli spirituali.
San Guiberto si spense a Gorze nel 962, lasciando dietro di sé un'eredità di profonda fede e devozione. Le sue reliquie, elevate nel 1110, furono oggetto di grande venerazione dai fedeli. Ancora oggi, San Guiberto è venerato come patrono della città di Gembloux e come esempio di conversione e santità. La sua festa liturgica si celebra il 23 maggio.
Fonti
Le numerose fonti agiografiche su San Guiberto, sebbene piuttosto tardive, offrono preziose informazioni sulla sua vita e sulla sua santità. Tra le più importanti ricordiamo:
- Laudario: Composto da Erluino, abate di Gembloux, offre una descrizione elogiativa delle virtù di San Guiberto.
- Elevatio: Narra la traslazione delle reliquie di San Guiberto nel 1106.
- Miracula: Raccoglie i miracoli attribuiti all'intercessione di San Guiberto.
- Vita: Scritta da Sigeberto di Gembloux tra il 1071 e il 1075, rappresenta la fonte più completa sulla vita di San Guiberto, intrecciando dati storici con riflessioni ascetiche e citazioni bibliche.
Autore: Franco Dieghi
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