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San Giulio (il veterano) di Durostoro Martire
Festa:
27 maggio
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255 - 302
Veterano romano, abbracciò la fede cristiana in età avanzata. Quando l'imperatore Diocleziano scatenò la persecuzione nel 302 d.C., Giulio, ormai in pensione, non si sottrasse al suo dovere di difendere la propria fede. Arrestato e condotto davanti al governatore Massimo, Giulio si rifiutò di adorare gli idoli pagani, professando la sua devozione al Dio cristiano. Di fronte alla sua incrollabile fede, il governatore Massimo ordinò la sua esecuzione. Giulio affrontò la morte con serenità e coraggio, offrendo il suo sacrificio come testimonianza della sua fede.
Martirologio Romano: A Silistra in Mesia, nell’odierna Bulgaria, san Giulio, martire, che, veterano dell’esercito ormai in pensione, fu arrestato in tempo di persecuzione dagli ufficiali e portato davanti al governatore Massimo e, avendo disprezzato in sua presenza gli idoli e confessato con grande fermezza la fede di Cristo, fu punito con la condanna a morte.
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Giulio nacque nella città di Durostorum, l'odierna Silistra in Bulgaria, intorno all'anno 255 d.C. Si arruolò nell'esercito romano, intraprendendo una lunga e onorata carriera che lo portò a prestare servizio per ben ventisette anni. Durante questo periodo, Giulio partecipò con dedizione a sette campagne militari, distinguendosi per la sua disciplina e il suo valore. La sua integrità morale e il suo senso del dovere lo resero un esempio da seguire per i suoi commilitoni.
Nonostante la sua professione militare, Giulio abbracciò la fede cristiana, trovando in essa conforto e verità. La sua conversione avvenne in un periodo storico in cui i cristiani erano perseguitati dall'Impero Romano. Tuttavia, la profonda devozione di Giulio non vacillò di fronte alle minacce e alle intimidazioni.
Con l'intensificarsi delle persecuzioni sotto l'imperatore Diocleziano, Giulio, ormai anziano e veterano in congedo, fu arrestato dalle autorità. Condotto davanti al governatore Massimo, Giulio si rifiutò di rinnegare la sua fede cristiana e di adorare gli idoli pagani. Con fermezza e senza timore, proclamò la sua incrollabile devozione a Dio, dichiarando: "Sono cristiano e non posso adorare idoli di legno e pietra. Servo l'unico vero Dio, Creatore del cielo e della terra".
Davanti alla sua incrollabile fede, il governatore Massimo ordinò la decapitazione di Giulio. Il 27 maggio 302 d.C., Giulio affrontò la morte con serenità e coraggio, offrendo il suo sacrificio come testimonianza della sua incrollabile fede.
San Giulio è venerato come martire dalla Chiesa Cattolica e la sua memoria viene celebrata ogni anno il 27 maggio.
Autore: Franco Dieghi
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