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Sant' Eliconide di Tessalonica Vergine e martire
Festa:
28 maggio
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† 244
Secondo la sua Passio, predicò il Vangelo a Corinto, sfidando le autorità pagane e subendo torture atroci per mano del proconsole Perennio. Miracolosamente illesa, continuò a sfidare gli idoli, abbattendoli in un tempio pagano. La sua fama di resistenza giunse fino a Giustino, il nuovo proconsole, che la sottopose a ulteriori supplizi, sempre invano. Gettata in una fornace ardente, tra le fiamme che uccidevano i soldati, o su un letto di bronzo rovente, Eliconide trovava conforto e forza nelle apparizioni di Cristo e degli arcangeli. Nemmeno i leoni affamati riuscirono a scalfire la sua incrollabile fede. Infine, nel 244, la decapitazione pose fine al suo martirio, dal cui tronco, secondo la leggenda, sgorgò latte al posto del sangue.
Martirologio Romano: A Corinto in Acaia, in Grecia, santa Elicónide, martire, che, al tempo dell’imperatore Gordiano, sotto il governatore Perennio e poi sotto il suo successore Giustino, subiti molti supplizi, coronò con la decapitazione il suo martirio.
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Vergine cristiana di Tessalonica, durante la persecuzione di Gordiano esorta gli abitanti di Corinto ad abbracciare la vera fede. È arrestata dal proconsole Perinio il quale, ammirandone la bellezza, cerca di persuaderla al culto degli dei: non riuscendo nel suo intento, ricorre alla tortura. Le fa scarnificare le piante dei piedi, la fa immergere nel piombo bollente e tormentare con altre simili atrocità. Ma la santa ne esce indenne, anche per l'intervento di un angelo e, anzi, entrata in un tempio pagano, vi abbatte e frantuma gli idoli che vi trova. Intanto a Perinio succede un altro proconsole non meno crudele, Giustino : ma neppure le crudeltà di costui hanno presa su Eliconide. È gettata in una fornace ardente, ma la fiamma risparmia lei ed uccide settanta soldati; è posta su un letto di bronzo infuocato, ma Cristo stesso con gli arcangeli Michele e Gabriele appare a rincuorarla ed a ridarle forza con un pane celeste; è gettata in pasto ai leoni, ma questi non la toccano; infine (nel 244, deducono i Bollandisti negli Acta Sanctorum) le si recide il capo con la spada, e dal tronco esce latte invece di sangue.
Così la passio greca, da cui dipendono poi gli elogi di sinassari e menei bizantini al 28 o 27 maggio e del Martirologio Romano, pure al 28 maggio (il testo, però, muta il nome della santa in Elconidé). Tuttavia, quel documento, che pure si dice scritto dai due testimoni oculari Luciano e Paolo (nomi, si noti, di due celeberrimi personaggi di Samosata), non merita fiducia alcuna. Esso non è che una mediocre composizione retorica, piena di incongruenze (come nell'indicare un consolato comune dei due imperatori Gordiano e Filippo) e di luoghi comuni, e si rivela niente più che uno dei soliti romanzi agiografici di cui sono così ricche le letterature greca e latina dell'Alto Medievo. Il Geronimiano e le fonti antiche ignorano il nome di E. di Tes-salonica-Corinto, né altri monumenti ne celebrano il culto.
Autore: Giovanni Lucchesi
Fonte:
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