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Sant' Ermia di Comana Martire

Festa: 31 maggio

III sec.

La figura di Sant'Ermia è avvolta da incertezze storiografiche. Il Martirologio Romano lo colloca nel Ponto Eussino durante l'impero di Antonino, mentre ricerche successive indicano la Cappadocia. Fonti agiografiche, come gli Acta Sanctorum, raccontano di un soldato romano convertitosi al cristianesimo e sottoposto a torture per la sua fede. Tra queste, il tentativo di avvelenamento da parte di un mago, fallito grazie alla sua fede incrollabile. La leggenda narra anche la conversione del mago stesso e il martirio finale di Ermia per decapitazione. Nonostante le controversie storiche, la sua figura rimane un simbolo di fede e ispirazione per molti fedeli.

Martirologio Romano: A Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia, sant’Ermia, soldato, martire.


La figura di Sant'Ermia di Comana, martire cristiano venerato il 31 maggio, si intreccia con una narrazione agiografica che presenta elementi sia di leggenda che di storicità. Il Martirologio Romano lo ricorda come soldato martirizzato a Comana, nel Ponto Eussino, durante l'impero di Antonino Pio (138-161). Tuttavia, un'analisi più approfondita delle fonti rivela discrepanze e complessità che invitano a un approccio critico e a una ricostruzione ponderata della sua vicenda.
La memoria di Sant'Ermia giunge in Occidente principalmente attraverso le fonti bizantine, dove appare come un uomo anziano. Tra queste, il Martirologio Romano trae spunto, pur presentando alcune differenze significative. Innanzitutto, la città del martirio viene indicata come Comana di Cappadocia, anziché quella del Ponto Eussino. Inoltre, la tradizione bizantina narra la conversione di un mago, incaricato di preparare un pasto avvelenato per Ermia, anziché quella del suo carnefice.
L'introduzione del culto di Sant'Ermia in Occidente si deve al teologo Jan van der Meulen (Molano), che lo inserì nella sua edizione del Martirologio di Usuardo, basandosi su fonti bizantine. Tuttavia, l'autenticità di queste fonti, in particolare della "passio" greca pubblicata da Daniel Papebroeck negli Acta Sanctorum, è stata messa in discussione.
Le discrepanze tra le diverse fonti e la dubbia autenticità di alcuni testi agiografici invitano a una cauta analisi critica. La figura di Sant'Ermia potrebbe essere stata oggetto di rimaneggiamenti e abbellimenti successivi, intrecciando elementi storici con leggendari. L'inserimento di dettagli come la conversione del mago potrebbe riflettere il contesto storico e culturale dell'epoca in cui la narrazione ha preso forma.
Nonostante le incertezze, la figura di Sant'Ermia conserva un valore simbolico e religioso.

Autore: Franco Dieghi
 


 

Il Martirologio Romano lo commemora al 31 maggio, come martire di Comana, nel Polito Eussino, durante l’impero di Antonino (138-161). La sua liberazione miracolosa da diversi tormenti a lui inflitti avrebbe determinato la conversione del suo carnefice. Tutti e due in seguito sarebbero stati decapitati.
Sembra che sia stato il Molano (Jan van der Meulen) a nominarlo in Occidente per la prima volta, introducendone il nome nella sua edizione del Martirologio di Usuardo, dopo averlo preso dalle fonti bizantine. I sinassari Ibizantini, infatti, commemorano Ermia allo stesso giorno e la notizia ivi a lui dedicata non è che un breve riassunto di una passio conservata in greco e già pubblicata da D. Papebroeck negli Acta Sanctorum.
Questo testo, tuttavia, è ben lontano dal poter essere accettato come documento autentico.
Comunque sia, la memoria del Martirologio Romano risulta dipendente dalle fonti bizantine dove Ermia appare come un vegliardo. Vi sono però differenze anche notevoli.
Comana non è la città del Ponto Eussino, ma quella omonima di Cappadocia, il cui governatore era in quel momento un certo Sebastiano. D’altra parte non è il carnefice di Ermia ad esser stato convertito, ma un mago al quale era stata affidata la confezione di un pasto velenoso, che Ermia fu costretto a mangiare senza che però gliene venisse alcun danno. Se abbiamo notato queste divergenze tra le lezioni consegnate nel Martirologio Romano e le fonti bizantine, non è tanto per il maggior credito da accordarsi al testo greco, ma è piuttosto per mettere in rilievo la facilità con la quale, anche in un’epoca così tardiva, l’introduzione di un culto nuovo poteva essere accompagnata da trasformazioni non indifferenti.


Autore:
Joseph-Marie Sauget


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2024-05-07

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