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Santi Caritone e compagni Martiri
Festa:
1 giugno
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Le figure dei martiri Cariton e compagni si intrecciano indissolubilmente con il martirio del celebre filosofo San Giustino. La loro morte, avvenuta probabilmente nel 165 sotto l'imperatore Marco Aurelio, rappresenta una tragica pagina nella storia della persecuzione dei cristiani a Roma. Al centro di questa vicenda si erge la figura di Crescente, filosofo cinico che, animato da ostilità verso i cristiani, orchestrò una campagna di calunnie contro di loro, accusandoli di ateismo e di altri crimini immaginari. Queste accuse, alimentate da pregiudizi e ignoranza, crearono un clima di terrore a Roma, mettendo in pericolo la vita di tutti coloro che professavano la fede cristiana. Giustino, non volendo cedere alle menzogne di Crescente, decise di affrontarlo pubblicamente, confutando le sue calunnie e dimostrando la verità delle sue convinzioni. Tuttavia, Crescente, non rassegnandosi alla sconfitta, denunciò Giustino all'autorità, facendolo arrestare insieme ad alcuni suoi discepoli, tra cui i sei martiri in questione.
Martirologio Romano: Nello stesso luogo, santi Caritóne e Caríto, Evelpisto e Gerace, Peone e Liberiano, martiri, che, discepoli dello stesso Giustino, ricevettero insieme a lui la corona della gloria.
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I martiri Caritone, Carito, Evelpisto, Ierace, Peone e Liberiano sono legati nel martirio a quello del filosofo San Giustino.
La morte di Giustino, come la sua vita, è una splendida testimonianza alla verità e fu probabilmente la conseguenza del conflitto avuto con il filosofo cinico Crescente. Nella II Apologia, egli parla degli intrighi di costui che imputava ai cristiani le solite accuse correnti nel mondo romano, specialmente quella di ateismo, creando a Roma una situazione molto pericolosa per quanti si professassero discepoli di Cristo.
Reagendo alle false accuse di Crescente con la pubblicazione della sua II Apologia, indirizzata al senato romano, Giustino rivelò di aver avuto delle pubbliche dispute con Crescente e di averlo confuso dimostrandogli che le sue asserzioni erano vere e proprie calunnie. Crescente, però, non si arrese e denunciò il suo avversario all'autorità. Giustino fu messo in prigione, insieme con alcuni discepoli. Il suo martirio e quello dei sei compagni (Caritone, Carito, Evelpisto, Ierace, Peone e Liberiano) condannati alla decapitazione dal prefetto Giunio Rustico è descritto dagli Acta S. Iustini et sociorum, che, secondo il consenso unanime della critica, hanno un grande valore storico.
Non conosciamo con esattezza l'anno della loro morte, ma generalmente si suppone che sia il 165, sotto l'imperatore Marco Aurelio.
Autore: Vladimiro Boublìk
Fonte:
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