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San Cecilio di Cartagine Sacerdote
Festa:
3 giugno
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III sec.
Il suo vero nome è Ceciliano, come risulta dall'unica fonte coeva che ne parla, la Vita San Cypriani del diacono Ponzio. San Gerolamo per una svista lo chiamò Cecilio e tale lezione fu seguita dal Baronio, che lo introdusse nel Martirologio Romano il 3 giugno. Erronea è, pertanto, la sua identificazione con Cecilio Natale, uno degli interlocutori dell'Octavius di Minucio Felice. Prete cartaginese, Cecilio convertì il futuro san Cipriano, il quale gli restò tanto devoto che egli, vicino a morte, gli affidò serenamente la moglie e i figli. «Uomo giusto e di lodata memoria», secondo Ponzio, non risulta che abbia avuto culto nell'antichità.
Martirologio Romano: A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Cecilio, sacerdote, che condusse san Cipriano alla fede di Cristo.
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La nostra conoscenza di San Cecilio si basa essenzialmente sulla "Vita San Cypriani", scritta dal diacono Ponzio, suo contemporaneo. In quest'opera, Cecilio è descritto come un "uomo giusto e di lodata memoria", un sacerdote esemplare che ebbe un ruolo fondamentale nella vita spirituale del giovane Cipriano. Tuttavia, al di là di questa testimonianza diretta, le informazioni su Cecilio sono scarse.
Un equivoco sorto con San Gerolamo, che erroneamente lo chiamò Cecilio, ha portato ad un'ulteriore confusione con un omonimo personaggio, Cecilio Natale, presente nell'opera "Octavius" di Minucio Felice.
L'episodio più significativo della vita di Cecilio è senza dubbio la conversione di San Cipriano. Cipriano, retore pagano di agiata famiglia, era inizialmente attratto dalla filosofia e dalla retorica. Fu proprio Cecilio, con la sua profonda fede e il suo esempio di vita virtuosa, a condurre Cipriano verso la fede cristiana. Cipriano stesso, nella sua opera "Ad Donatum", descrive con gratitudine l'influenza di Cecilio, definendolo "padre" nella fede.
Il legame tra Cecilio e Cipriano non si esaurì con la conversione. Cipriano nutriva una profonda stima e devozione verso il suo mentore, tanto da affidargli la moglie e i figli quando si sentì vicino alla morte.
Nonostante la sua importanza, Cecilio non sembra aver goduto di un culto significativo nell'antichità.
Autore: Franco Dieghi
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