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San Quirino di Siscia Vescovo e martire
Festa:
4 giugno
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† Savaria, Croazia, 309
Vescovo di Siscia in Croazia durante il III secolo, è un esempio di come la figura di un martire cristiano sia stata plasmata nel corso dei secoli. Sebbene menzionato da Eusebio di Cesarea nella sua "Cronaca", la sua storia è narrata in dettaglio in una "Passio" antica, seppur con alcune inesattezze. Arrestato durante la persecuzione di Diocleziano, Quirino rifiutò di abiurare la sua fede, subendo flagellazione e carcere. La sua tenacia lo portò al martirio per annegamento nel fiume Sava. Il suo corpo fu recuperato dai cristiani e sepolto a Savaria. Tra il IV e il V secolo, le sue reliquie vennero trasferite a Roma, dove fu oggetto di grande venerazione. Tuttavia, la devozione a San Quirino si intreccia con la leggenda. Alcune fonti riportano il trasferimento di sue reliquie a Milano, Aquileia e Roma, notizie che non trovano riscontro storico.
Etimologia: Quirino = armato di lancia, soprannome di Romolo
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Martirologio Romano: A Szombathly in Pannonia, nell’odierna Ungheria, passione di san Quirino, vescovo di Siszeck e martire, che sotto l’imperatore Galerio, per la fede in Cristo fu precipitato nel fiume con una pietra legata al collo.
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Come per quasi tutti gli antichi santi e martiri, le notizie nei secoli sono state modificate, interpretate, a volte falsificate ed è il caso di San Quirino vescovo di Siscia (Siszeck) in Croazia.
Egli è menzionato nel 309 da s. Eusebio di Cesarea nella sua “Cronaca”; una ‘Passio’ molto antica ma tutto sommato attendibile, narra che s. Quirino durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano (243-313), fu arrestato nel 309 per ordine del preside Massimo, dopo aver tentato inutilmente la fuga.
Sottoposto ad interrogatorio fu sollecitato ad ubbidire agli ordini imperiali e ad offrire sacrifici agli dei, ma il vescovo Quirino si rifiutò decisamente, perciò fu flagellato e rinchiuso in un carcere dove convertì il custode Marcello.
Trascorsi tre giorni fu inviato dal preside della Pannonia Iª, Amanzio (regione storica che nel 9 d. C. divenne provincia romana), il quale lo condusse a Savaria e dopo aver cercato inutilmente di fargli cambiare idea, lo condannò ad essere gettato nel fiume Sava con una pietra al collo.
I cristiani di Savaria ne raccolsero il corpo e lo seppellirono presso la porta “Scarabateus”.
Tra la fine del IV sec. e l’inizio del V, il corpo di s. Quirino vescovo fu trasferito a Roma e deposto in un mausoleo denominato ‘Platonia’, dietro l’abside della Basilica di S. Sebastiano sulla via Appia, dove fu molto venerato, come attestano gli ‘Itinerari’ del VII secolo.
Notizie non attendibili riferiscono che reliquie del santo furono poi trasferite a Milano, Aquileia e nella Basilica di S. Maria in Trastevere in Roma.
Autore: Antonio Borrelli
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