Tra i numerosi sovrani georgiani ascesi alle vette della santità, si commemora in data odierna San Vakhtang Gorgasali, re di Karthli (Georgia orientale) nel V secolo. Poche notizie storiche si sanno in realtà sul suo conto. Trascorse l’intera sua vita fra continue guerre contro gli oppressori persiani, al fine di creare uno stato georgiano unitario ed indipendente. L’appellativo “Gorgasali” deriva dall’espressione persiana “gorgasar”, che significa “testa di lupo”, perché secondo la leggenda tale era la forma dell’elmo del sovrano. Nella seconda metà del V secolo fondò la città di Tbilisi, attuale capitale della Georgia. Il nome Tbilisi è tradotto come “città di sorgenti calde”: racconta infatti la leggenda che un giorno durante la caccia il re Vachtang Gorgasali sparò ad un fagiano che cadde in una sorgente calda. Quando il re si accinse a recuperare l’uccello dalla sorgente, scoprì che l’acqua era calda e l’uccello era bollito. Decise quindi di costruire una città in tale luogo e chiamarla Tbilisi. Il patriarcato di Antiochia, su richiesta del re Vachtang Gorgasali, concedette l’autonomia all’Arcivescovo di Mitschete che assunse così il titolo di Catholicos di Iberia. Nacque così la Chiesa Georgiana, ancor oggi indipendente dalle altre Chiese ortodosse ed orientali.La fondazione della capitale e l’indipendenza della Chiesa nazionale: ecco dunque i due grandi meriti che fecero di Vachtang Gorgasali un eroe degno dell’aureola della santità, così com’era intesa nei tempi antichi, specialmente in Oriente. Il santo sovrano morì all’incirca nell’anno 502 e compare nel calendario georgiano al 30 novembre .
Autore: Fabio Arduino
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