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San Cerato (Cerazio) di Grenoble Vescovo
Festa:
6 giugno
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† 452
Nel Martirologio Geronimiano, al 6 giugno, è menzionata la depositio a Grenoble del vescovo Cerato. Questi partecipò al concilio di Orange del 441 e a quello di Vaison del 442 e, nel 450, assieme ai vescovi di Ginevra e di Vence, scrisse una lettera al papa san Leone. Eusebio di Milano, inoltre, lo nomina nell'epistola sinodale indirizzata allo stesso pontefice. Cacciato dalla sua sede durante la persecuzione ariana, Cerato si rifugiò nella Guascogna, a Simorre, dove morì. A Eauze (Gers) e nell'abbazia di Santa Maria di Simorre, presso Lombez, sono reperibili tracce di un culto tributato a Cerato, culto che è stato confermato nel 1903 da Pio X.
Martirologio Romano: A Grenoble in Burgundia, in Francia, san Cerazio, vescovo, che espresse parole di gratitudine al papa san Leone Magno per avere scritto la lettera a Flaviano e preservò il suo gregge incolume dall’eresia.
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Le fonti storiche su San Cerato (Cerazio, Cirato, Cerezio; fr. Cérat, Cérase), pur frammentarie, offrono preziosi indizi sulla sua esistenza e sul suo operato. Il Martirologio Romano lo menziona come vescovo di Grenoble, lodandolo per la sua gratitudine verso Papa Leone Magno e per aver preservato il suo gregge dall'eresia. Il Martirologio Geronimiano attesta la sua deposizione a Grenoble il 6 giugno, mentre altre fonti lo ricordano come partecipante ai concili di Orange (441) e Vaison (442). In aggiunta, una lettera di Eusebio di Milano a Papa Leone menziona Cerato.
Tuttavia, la vita di San Cerato è segnata da un evento cruciale: la persecuzione ariana. Costretto ad abbandonare la sua sede episcopale, Cerato trovò rifugio nella Guascogna, stabilendosi a Simorre, dove trascorse i suoi ultimi giorni. La sua morte avvenne nel 452.
Eusebio di Milano narra che Cerato, durante il suo esilio, contribuì alla fondazione della sede episcopale di Eauze (Gers), divenuta in seguito diocesi di Auch. Le sue reliquie vennero custodite nell'abbazia di Santa Maria di Simorre, presso Lombez, dove il culto in suo onore si diffuse ampiamente. La devozione a San Cerato ricevette l'approvazione ufficiale da parte di Papa Pio X nel 1903.
L'eredità di San Cerato risiede nella sua incrollabile fede di fronte alle avversità. La sua figura rappresenta un esempio di come un pastore possa guidare il proprio gregge con fermezza e saggezza, anche in tempi di persecuzione. La sua difesa dell'ortodossia e il suo impegno nella lotta contro l'eresia lo rendono un modello per tutti i cristiani.
Ancora oggi, San Cerato è venerato come patrono della città di Grenoble. La sua festa viene celebrata il 6 giugno, giorno della sua deposizione. La sua immagine, raffigurata spesso con una pastorale e una mitra, ispira devozione e ricorda i suoi insegnamenti di fede e di coraggio.
Autore: Franco Dieghi
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