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Beata Amata di Bologna
Festa:
10 giugno (9 giugno)
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La sua identità è incerta. Da alcuni è associata al monastero di Sant'Agnese e alle beate Diana e Cecilia, ma le fonti sono frammentarie e contraddittorie. Un'antica tradizione, sostenuta da Galvano Fiamma, la descrive come monaca domenicana a Roma, guarita da San Domenico e poi trasferitasi a Bologna. Tuttavia, questa versione non trova riscontro in documenti coevi. L'unica testimonianza certa è un episodio narrato nei "Miracula di suor Cecilia", dove Amata appare come una donna devota, legata al monastero di San Sisto a Roma e successivamente a quello di Sant'Agnese a Bologna. La sua figura, pur priva di uno status monastico ufficiale, testimonia la profonda devozione verso San Domenico e l'influenza del suo carisma. La venerazione di Amata, Cecilia e Diana fu approvata nel 1891 da Leone XIII, e le loro reliquie sono custodite nel monastero di Sant'Agnese.
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Nella traslazione e ricognizione delle reliquie di Diana d'Andalò, fatta nel 1510 nel monastero bolognese di S. Agnese, si trovarono nella medesima tomba tre corpi, due dei quali furono attribuiti rispettivamente a Diana e a Cecilia. Il terzo, che allora non fu identificato, nella traslazione successiva (1584) fu attribuito a suor Amata, presunta monaca venuta con altre sorelle nel 1224, su invito del b. Giordano di Sassonia, da S. Sisto a S. Agnese per stabilirvi la vita domenicana. Tale identificazione, evidentemente fondata su Galvano Fiamma, manca di qualsiasi conferma. Il culto di Diana, Cecilia e Amata fu approvato il 24 dicembre 1891 da Leone XIII e la loro festa stabilita al 9 giugno. I corpi delle beate si conservano tuttora nel monastero di S. Agnese di Bologna.
Diamo ora la biografia di Amata.
La sua figura è tuttora avvolta da gravi incertezze. Nei Miracula di suor Cecilia si parla di una donna ossessa, che frequentava il monastero romano di S. Sisto e che s. Domenico liberò i dal demonio: "Ad essa Domenico diede il nome di sorella Amata. Poco tempo dopo, nel corso di un viaggio da lei compiuto alla tomba dell'apostolo s. Giacomo (Compostella), Amata fece visita a suor Cecilia ed alle sue consorelle le quali, su ordine del signor papa erano venute a S. Agnese di Bologna e si mostrò con esse piena di letizia". Amata non risulta quindi monaca, ma una pia donna miracolata da Domenico e vincolata da gratitudine alle figlie spirituali del santo. Il primo storiografo che la presenti come monaca in Roma è Galvano Fiamma (m. 1344) nella sua Chronica minor: "Il beato Domenico in una pubblica predicazione scacciò da una donna sette demoni e costei, entrata nel monastero di San Sisto, fu chiamata suor Amata".
Autore: Angelico Ferrua
Fonte:
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