† 3 febbraio 862
Nato nobile fiammingo tra l'820 e l'830, si distinse come vescovo di Amburgo e Brema (862-888). Discepolo di Anscario, ne proseguì l'opera missionaria in Danimarca e Svezia, sebbene con alterne fortune. Nominato nunzio apostolico da Adriano II, si dedicò poi al riscatto dei cristiani prigionieri dai Normanni e alla difesa della Frisia. Amministratore capace, fondò chiese e monasteri, tra cui quello di Bucken (882), e consolidò l'arcidiocesi di Brema, dove visse con il clero e si dedicò alla liturgia e alle opere caritatevoli. La sua fama di erudito deriva dalla "Vita di Anscario", opera storiografica di pregio. Minato dalla salute cagionevole, chiese e ottenne un coadiutore, Adalgario. Morì l'11 giugno 888.
Martirologio Romano: A Brema in Sassonia, nell’odierna Germania, san Remberto, vescovo di Amburgo e di Brema, che, fedele discepolo di sant’Oscar e suo successore, estese il proprio ministero alle regioni della Danimarca e della Svezia e, al tempo delle invasioni dei Normanni, si prese cura del riscatto dei prigionieri cristiani.
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Le fonti principali che lo riguardano sono la Vita del suo predecessore Anscario, composta da lui stesso, la Vita san Remberti, di un monaco di Korvey, scritta intorno al 900, con tratti più leggendari e altre scarse notizie degli Annales Regni francorum.
Discendente dalla nobiltà fiamminga, nato tra l'820 e l'830, Remberto (ted. Rembert, Rimbert) fu educato nel monastero missionario di Turholt (Turnhout) presso Brugge. Per desiderio del vescovo Anscario, egli ricevette l'abito ecclesiastico e la tonsura, restando allievo a Turholt, fino a quando - la data è sconosciuta - Anscario non lo nominò suo compagno di apostolato. È contestato il fatto che quest’ultimo, durante un viaggio di missione in Svezia nell'852-53, vi abbia lasciato Remberto, mentre è certo che questo non fu parroco a Ribe. In seguito alla lode che Anscario ne fece sul letto di morte, Remberto fu nominato suo successore dal clero e dal popolo il giorno dopo la morte avvenuta il 3 febbraio 862. Pur essendo, come sembra, ancora diacono, fu investito della carica dal re Ludovico e consacrato dall’arcivescovo Liutberto di Magonza; nel dicembre dello stesso anno il papa Niccolò I gli inviò il pallio. Subito dopo entrò nell’abbazia dei Benedettini di Korvey (Weser), gettando così le basi per una più stretta unione tra questo monastero e l’arcivescovado di Brema.
Nell'866-876 Remberto estese, ma senza successo, il suo apostolato alla Danimarca ed alla Svezia. Adriano II lo nominò nell’872 nunzio apostolico presso i popoli nordici, ma l’invasione dei Normanni nell'880 rese impossibile il proseguimento della sua opera di missione; allora si dedicò al riscatto dei prigionieri cristiani, e per questo non risparmiò neppure gli arredi sacri. Nell'884 era in Frisia quando questa regione fu invasa dai Normanni; per combatterli, organizzò un esercito: per questo motivo i Frisoni venerano in lui il proprio patrono. Nel maggio dell’868 Remberto partecipò al sinodo nazionale di Worms contro lo scisma greco, nel gennaio dell'873 alla dieta dell’impero di Francoforte e nell'887 mandò un suo rappresentante al sinodo di Colonia. Poiché nella diocesi di Amburgo c’erano solamente quattro chiese e a Brema, poche di più, la sua attività si concentrò su quest’ultima città, dove egli fece vita comune con il suo clero nel monastero del duomo e dove si occupò della liturgia e delle opere pie.
Ciononostante riuscì a costruire nell’882 a Bucken, con l'aiuto di una donazione, una chiesa ed un monastero.
Remberto scrisse la Vita di Anscario, opera attendibile, ricca di cognizioni e stilisticamente elegante. Egli era in relazione con il monastero di Corbie e in corrispondenza con Ratramno. Purtroppo queste lettere, storicamente importanti, sono andate perdute; possediamo solamente un suo scritto alla nipote del vescovo di Paderborn, monaca nel monastero di Neuenhcerse, alla quale chiede preghiere.
Già nell'875 la stanchezza e l’artrite costrinsero Remberto a chiedere che gli fosse concesso di nominare il compagno Adalgario come coadiutore; il re Ludovico ed i suoi successori esaudirono la domanda.
D'allora in poi si dedicò sempre più alla preghiera; due giorni prima di morire ottenne dal re Arnolfo il diritto di fare coniare monete a Brema e di incrementare il commercio. Morì l'11 giugno 888 e fu sepolto presso la parete esterna orientale del duomo di Brema al fianco di san Willehad, dove Adalgario gli fece erigere una cappella sulla tomba.
Nel Medioevo si festeggiava la sua memoria a Brema il 4 febbraio, ricorrenza della sua elezione e della elevazione delle reliquie. A questa stessa data è stato iscritto nel Martirologio Romano. Le diocesi di Amburgo, Brema e Ratzeburg ne celebravano la festa l’11 giugno, giorno della sua morte. Nella ex chiesa monastica di Korvey, Remberto è ricordato da una statua barocca. Nell’iconografia è di solito rappresentato come vescovo con la croce doppia, mentre distribuisce gli arredi sacri ai poveri o mentre prega su di una collina per un esercito cristiano.
Autore: Otto Scheib
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