† 13 giugno 680
Nobile borgognone di illustre stirpe, Ramberto si distinse per la sua rettitudine morale e la profonda fede cristiana. In un contesto storico dominato dalla tirannia di Ebroino, maestro di palazzo di Neustria e Borgogna, Ramberto non esitò a denunciare le sue ingiustizie, attirando su di sé l'odio del potente funzionario. Condannato a morte per sedizione, Ramberto vide la sua pena commutata in esilio grazie all'intervento dell'arcivescovo di Rouen, sant'Audoeno. Tuttavia, la sua fede e il suo esempio rappresentavano una minaccia per Ebroino, che orchestrò la sua uccisione per mano di emissari nel 680.
Martirologio Romano: Nel territorio di Lione in Francia, san Ramberto, martire, che, nato da illustre famiglia e ornato di nobili virtù, fu odiato dal maestro di palazzo Ebroíno al punto di essere dapprima imprigionato e infine ucciso.
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Originario della Borgogna, Ramberto apparteneva ad una illustre famiglia. Suo padre, il duca Radeberto, governatore della provincia, gli diede un’educazione completa e fece di lui un soldato coraggioso, un uomo retto ed un cristiano di fede e di pietà notevoli.
Ramberto non approvava la tirannia di Ebroino, maestro di palazzo di Neustria e di Borgogna e, pertanto, denunciato come sedizioso, fu condannato a morte dallo stesso Ebroino che in tal modo coglieva l’occasione per sbarazzarsi di un uomo le cui qualità e la cui dirittura gli davano ombra. In suo favore, però, intervenne l’arcivescovo di Rouen, sant'Audoeno, il quale ne fece commutare la pena nell’esilio. Ramberto fu quindi esiliato nell’estremo lembo della Borgogna, ai confini col Bugey, ed affidato alla custodia del feudatario Teudefredo, il quale però ricevette istruzioni segrete che ne ordinavano la morte. Ma Ramberto riuscì a convertire il suo carceriere, che morì poco dopo. Ebroino inviò allora due emissari che, incontrato il santo presso la fontana di Bébron, sulle rive dell’Albarine, lo uccisero a colpi di lancia il 13 giugno 680.
Sul luogo del martirio, a mezza strada tra Bourg e Belley (Ain), fu eretta una croce che esiste ancora ai giorni nostri. Il corpo del martire fu raccolto dai religiosi del monastero vicino, fondato nel V secolo da san Domiziano, che lo seppellirono nel loro chiostro; i miracoli accaduti sulla sua tomba attirarono i pellegrini dando origine ad un borgo. Il villaggio, come l’abbazia, presero il nome di St-Rambert-en-Bugey. Quattro secoli più tardi, una parte delle reliquie fu trasferita nel priorato di St-André-des-Olmes, presso Montbrison dove ancora i miracoli provocarono un grande afflusso di pellegrini. Anche qui il monastero ed il borgo presero il nome del santo: St-Rambert-en-Forez. Anche nel Lionese e nel Delfinato altri due villaggi presero il nome di St-Rambert, a causa delle reliquie che vi si veneravano. È dunque evidente che il culto di san Ramberto raggiunse uno sviluppo considerevole.
Le varie reliquie furono salvate dalla Rivoluzione e sono tuttora conservate nelle chiese parrocchiali eredi delle antiche abbazie. Le diocesi di Lione e di Belley festeggiano Ramberto il 13 giugno. Nel 1834 il papa Gregorio XVI accordò un’indulgenza plenaria per la festa del santo. La traslazione delle reliquie è celebrata il 13 ottobre.
Autore: Claude Boillon
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