Ricco possidente, originario di Abelmeula, il suo nome che significa «Dio salva» risponde bene alla missione svolta tra il popolo di Israele, sotto il regno di Ioram (853-842 a.c.), Iehu (842-815 a.c.), Ioacaz (814-798 a.c.) e Ioash (798-783). Eliseo era un uomo deciso e lo dimostra la prontezza con cui rispose al gesto simbolico di Elia che, per ordine di Jahvé, lo consacrava profeta e suo successore. Eliseo prese parte attiva alle vicende politiche del suo popolo attraverso il carisma della sua profezia e può essere considerato il più taumaturgico dei profeti dell'Antico Testamento. La Scrittura ricorda infatti una lunga serie di prodigi da lui operati: stendendo il mantello di Elia divise le acque del Giordano; rese potabile l'acqua di Gerico; riportò in vita il figlio della sunamita che lo ospitava; moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone. Profeta non scrittore, come il suo maestro Elia si preoccupò del suo paese in tempi difficili durante la guerra contro i Moabiti e durante quelle contro gli Aramei. Morì verso il 790 a.C. e venne sepolto nei pressi di Samaria, dove ai tempi di San Girolamo esisteva ancora il suo sepolcro.
Etimologia: Eliseo = Dio è la mia salvezza (o salute), dall'ebraico
Martirologio Romano: A Samaria o Sebaste in Palestina, commemorazione di sant’Eliseo, che, discepolo di Elia, fu profeta in Israele dal tempo del re Ioram fino ai giorni di Ioas; anche se non lasciò oracoli scritti, tuttavia, operando prodigi a vantaggio degli stranieri, preannunciò la futura salvezza per tutti gli uomini.
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Il continuatore dell'opera di Elia era un ricco possidente, originario di Abelmeula. Il suo nome, Eliseo ("Dio salva"), risponde bene alla natura della missione svolta tra il popolo di Israele, sotto il regno di Ioram (853 a.C.-842), Iehu (842-815), Ioacaz (814-798) e Ioash (798-783). Eliseo era un uomo deciso e lo dimostra la prontezza con cui rispose al gesto simbolico di Elia che, per ordine di Jahvè, lo consacrava profeta e suo successore.
"Elia andò in cerca di Eliseo - si legge al cap. 19 del I libro dei Re - e lo trovò che stava arando: aveva davanti a sè dodici paia di buoi; egli arava col dodicesimo paio. Giunto a lui, Elia gli gettò addosso il proprio mantello. Allora Eliseo, abbandonati i buoi, corse dietro a Elia e gli disse: Permettimi di passare a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò. Elia gli disse: Va' e torna presto, poiché tu sai ciò che ti ho comunicato. Eliseo, allontanatosi, prese un paio di buoi e li immolò, quindi col legno dell'aratro e degli strumenti da tiro dei buoi ne fece cuocere le carni e le dette da mangiare ai suoi compagni di lavoro. Poi partì e seguì Elia, mettendosi al suo servizio".
Il ricco agricoltore, con quel gesto significativo, voleva dire al suo maestro che ormai era disposto a rinunciare a tutto per rispondere in pieno alla vocazione profetica. E con altrettanta prontezza eseguì gli ordini del maestro fino al momento del misterioso commiato, oltre il Giordano, quando Elia scomparve dentro un turbine di fuoco. Elia gli aveva chiesto: "Che cosa vuoi, prima che io parta dalla terra?". La richiesta di Eliseo non fu di poco conto: "io chiedo che abiti in me uno spirito doppio del tuo". Gli era stato fedele discepolo per sei anni, ora gli avanzava la sua richiesta di eredità, non in beni materiali, ma in virtù carismatica. La domanda di Eliseo venne esaudita.
Egli è, infatti, il più taumaturgico dei profeti. La Bibbia ricorda una lunga serie di prodigi da lui operati: stendendo il mantello di Elia divise le acque del Giordano; con una manciata di sale rese potabile l'acqua di Gerico; rese inesauribile l'olio d'oliva di una vedova; risuscitò il figlio della sunamita che lo ospitava; moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone; guarì dalla lebbra Naaman, generale del re di Damasco. Operò miracoli anche dopo la morte: un morto, gettato frettolosamente sulla tomba del profeta da un becchino impaurito dall'arrivo di alcuni predoni "risuscitò, si alzò in piedi e se ne andò". Il profeta Eliseo morì verso il 790 a.C., e venne sepolto nei pressi di Samaria, dove ai tempi di S. Girolamo esisteva ancora il suo sepolcro.
Autore: Piero Bargellini
Di lui si parla nella Bibbia (Antico Testamento), nelle pagine del Primo e Secondo Libro dei Re. Il nome Eliseo ha origine ebraica e significa “Dio salva”. È un profeta scelto da Dio per testimoniare la sua volontà. Figlio di ricchi possidenti terrieri, nasce in Israele intorno all’850 a.C.. Mentre sta arando i suoi campi aiutato da una coppia di buoi, Eliseo viene avvicinato dal Profeta Elia che gli butta il suo mantello sulle spalle. Questo significa che Eliseo è stato scelto per prendere il posto di Elia. Eliseo ha un carattere deciso. Senza pensarci un attimo, abbandona subito la sua occupazione. Va a salutare i suoi genitori e offre da mangiare a tutti i suoi compagni di lavoro. Poi, senza riflettere su ciò che sta lasciando dietro di sé (le sue ricchezze, le sue terre, la sua famiglia), consapevole della missione importante che sta per compiere, segue Elia come suo discepolo, fino a quando non si ritrovano sulla riva orientale del fiume Giordano. In questo luogo Eliseo vede Elia dileguarsi in Cielo, sopra un carro di fuoco. Prima del commiato Eliseo chiede a Elia di donargli in eredità il suo spirito e la facoltà di compiere prodigi. Così avviene.
Eliseo durante la sua vita compie tanti miracoli e aiuta chi è nel bisogno. Egli testimonia così la Provvidenza di Dio, un Dio buono, salvatore degli oppressi e dei più deboli, di chi ha fede in Lui, dei singoli individui come di interi popoli. Con il mantello di Elia, Eliseo divide le acque del fiume Giordano per poterlo attraversare; con un po’ di sale trasforma l’acqua di una fontana di Gerico, rendendola potabile; moltiplica il pane e sfama cento discepoli; a una donna sterile, generosa con lui, fa nascere un bambino; a una povera vedova, ridotta alla fame, tanto indebitata da vedersi prelevare i figli come schiavi dai creditori, moltiplica il pochissimo olio d’oliva rimasto in casa, tanto abbondante da ripagare tutti i debiti e dare sostentamento alla famiglia; al generale Naamàn afflitto dalla lebbra, appartenente all’esercito straniero di Damasco, dice di immergersi nell’acqua del Giordano per sette volte. Il generale guarisce e si converte al Dio d’Israele. Eliseo sa anche prevedere in anticipo gli avvenimenti e, con le sue profezie, interviene sulle vicende politiche del suo tempo, salvando da imboscate nemiche il re d’Israele. Il profeta successore di Elia muore nel 790 a.C. e il corpo viene sepolto vicino a Samaria (Cisgiordania).
Autore: Mariella Lentini
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Aggiunto/modificato il 2023-05-18