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Beato Filippo Papon Sacerdote e martire
Festa:
17 giugno
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† 1794
Ordinato sacerdote nel 1785, Papon si trovò ben presto immerso nel clima ostile alla Chiesa cattolica scatenato dal tumulto rivoluzionario. Tuttavia, animato da una devozione incrollabile, non vacillò di fronte alle minacce e alle persecuzioni, continuando ad esercitare il suo ministero con dedizione e zelo. Arrestato e incarcerato a Rochefort nel 1792, Papon non si lasciò fiaccare dalle dure condizioni carcerarie e dalla costante minaccia di morte. Anzi, divenne un faro di speranza per i suoi compagni di prigionia, offrendo loro parole di conforto e sacramenti. Il 17 giugno 1794, il suo destino tragico si compì: condotto su una galera al largo di Rochefort, fu condannato a morte.
Martirologio Romano: Sulla costa francese in una galera ancorata al largo di Rochefort, beato Filippo Papon, sacerdote di Autun e martire, che, parroco, relegato durante la rivoluzione francese a causa del suo sacerdozio ad una umiliante condizione di prigionia, dopo aver dato l’assoluzione a un compagno moribondo, anch’egli spirò.
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Figura emblematica della resistenza cattolica durante la Rivoluzione Francese, Etienne-Louis Papon emerge come un esempio di incrollabile fede e coraggio di fronte alle avversità. Ordinato sacerdote nel 1785, Papon si trovò ben presto immerso in un clima ostile alla Chiesa, segnato da persecuzioni e minacce. Tuttavia, animato da una profonda devozione, non vacillò mai, continuando ad esercitare il suo ministero con dedizione e zelo, offrendo conforto e sostegno ai fedeli.
Nel 1792, la sua inarrestabile fede lo condusse all'arresto e alla carcerazione a Rochefort. Le dure condizioni del carcere, aggravate dalla costante minaccia di morte, non riuscirono a fiaccare il suo spirito. Anzi, Papon divenne un faro di speranza per i suoi compagni di prigionia, offrendo loro parole di conforto e sacramenti, anche a costo della propria vita.
Il 17 giugno 1794, il momento del sacrificio giunse. Condotto su una galera al largo di Rochefort, Papon affrontò la morte con serenità e compostezza. Prima dell'esecuzione, con un atto di suprema compassione, concesse l'assoluzione ad un compagno di prigionia moribondo. Poco dopo, fu ghigliottinato, lasciando dietro di sé un'eredità di incrollabile fede e coraggio morale, che ancora oggi risuona come una potente testimonianza del potere dello spirito umano di fronte all'oppressione.
Autore: Franco Dieghi
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