† 24 giugno 776
Abate, fece scrivere la storia dei suoi predecessori da uno dei suoi monaci, un certo Anso. Si presume sia morto il 24 giugno del 776 e fu sepolto nella chiesa della santissima Vergine, dove rimase fino al 1102. Successivamente i suoi resti venne traslati in Francia nella prioria di Erli, detta di Sant’Ermino presso Laon, ma dopo quale tempo, i suoi resti vennero riportati al suo monastero originale. Sulla sua tomba si ricordano numerosi miracoli tra cui gli innumerevoli ossessi liberati dal loro male, i ciechi che riacquistarono la vista, gli zoppi che si sono raddrizzati e le numerose altre malattie scacciate grazie alla sua intercessione.
Martirologio Romano: A Lobbes in Austrasia ora in Belgio, san Teodolfo, vescovo e abate.
|
San Teodolfo succedette al trono abbaziale di Lobbes verso la metà dell'VIII secolo, ereditando una comunità monastica già consolidata dai suoi predecessori, San Landelino e San Ursmaro. Sotto la sua guida, l'abbazia conobbe un periodo di ulteriore fioritura, sia dal punto di vista religioso che culturale. Teodolfo si distinse come abile amministratore e pedagogo, istituendo una rinomata scuola monastica che divenne un centro di riferimento per l'apprendimento e la copia di manoscritti. La sua lungimiranza e il suo impegno nella trasmissione del sapere ebbero un impatto significativo sulla cultura carolingia, contribuendo alla diffusione del sapere religioso e laico nell'Europa occidentale.
Le informazioni sulla vita di San Teodolfo sono piuttosto scarse e frammentarie. La principale fonte a nostra disposizione è l'opera di un monaco di Lobbes, Anso, che redasse la biografia dei primi abati dell'abbazia. Tuttavia, questo testo, composto nel X secolo, presenta elementi agiografici che rendono difficile discernere la realtà storica dalla leggenda.
E' ricordato nel testo di Jacqueline Bouette de Blémur, del 1727, “Anno benedettino, ovvero Vite de’ Santi dell’ordine di San Benedetto” che “essendo succeduto alla dignità di due gran santi procurò di non essere loro inferiore nella purità dei costumi e della sapienza della condotta. Egli stesso camminò da coraggioso dietro le orme loro; dimodoché, dopo esserne stato perfetto imitatore in questa vita, ne fu tratto perché fosse loro compagno nella gloria”
Ciò nonostante, alcune testimonianze storiche ci permettono di delineare alcuni tratti salienti della personalità di Teodolfo. Egli era noto per la sua profonda pietà, la sua umiltà e la sua dedizione al benessere della sua comunità monastica. Era anche un abile diplomatico e un saggio consigliere dei sovrani carolingi. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, alimentata dai numerosi miracoli che gli vennero attribuiti, tra cui guarigioni miracolose e liberazioni da possessioni demoniache.
La devozione a San Teodolfo crebbe notevolmente nei secoli successivi alla sua morte, avvenuta il 24 giugno 776. I suoi resti furono inizialmente sepolti nella chiesa della Santissima Vergine a Lobbes, per poi essere traslati in Francia nell'XI secolo. Ancora oggi, San Teodolfo è venerato come santo patrono della città di Lobbes e dell'abbazia omonima. La sua festa liturgica si celebra il 24 giugno.
Autore: Franco Dieghi
|