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San Pelagio di Cordova Martire
Festa:
26 giugno
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† Cordova, Spagna, 26 giugno 925
Hermoigio, vescovo della diocesi di Tuy, fatto prigioniero dall’esercito del califfo Abd ar-Rahmàn III an-Nasir nella battaglia di Valdejunquera (estate del 920) e condotto a Cordova, lasciò in ostaggio suo nipote Pelagio ancora molto giovane e di bella presenza. Il califfo, con malvagi propositi, cercò di indurre Pelagio ad apostatare dal Cristianesimo e a farsi musulmano, promettendogli in cambio onori e ricchezze. Ma avendo Pelagio respinto energicamente la proposta, fu torturato e quindi gli furono amputati tutti e quattro gli arti, finché fu decapitato al mattino del 26 giugno 925. I cristiani ne riscattarono le spoglie, deponendo la testa nella basilica di san Cipriano e il corpo in quella di san Genesio, nel paese di Tercios. Ivi rimasero finché, pochi anni dopo, il corpo fu trasferito prima a Leon, ai tempi del re Sancio il Grasso (955-958; 960-967), e poi a Oviedo, dove ancora oggi è venerato.
Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Pelagio, martire, che, all’età di tredici anni, per aver conservato la fede in Cristo e la castità contro le lascive lusinghe del re dei Mori ‘Abdul ar-Rahman III, per ordine di costui fu fatto a pezzi con delle tenaglie di ferro, portando così a termine il suo glorioso martirio.
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Pelagio nacque a Cordova, nell'odierna Spagna, nell'anno 912. La sua giovinezza si svolse in un contesto storico turbolento, segnato dalla dominazione musulmana della penisola iberica. Nonostante le difficoltà, Pelagio crebbe in una famiglia cristiana devota, ricevendo una solida educazione religiosa che nutrì in lui una fede profonda e incrollabile.
All'età di soli otto anni, la sua vita prese una piega drammatica. Lo zio, Hermoigio, vescovo di Tuy, fu catturato dai musulmani durante la battaglia di Valdejunquera (920) e condotto a Cordova come prigioniero. Per garantirsi la sua sicurezza, il vescovo fu costretto a lasciare in ostaggio il giovane Pelagio, nipote di graziose sembianze.
Il califfo Abd ar-Rahmàn III, attratto dalla bellezza e dalla purezza del giovane Pelagio, vide in lui un'occasione per affermare il proprio dominio non solo sul territorio, ma anche sulle anime. Con lusinghe e promesse di gloria e ricchezze, tentò di indurre Pelagio ad abiurare la fede cristiana e abbracciare l'Islam.
Ma Pelagio, nonostante la tenera età, dimostrò una forza d'animo straordinaria. Rifiutò con fermezza le proposte del califfo, dichiarando la sua incrollabile devozione a Cristo. Di fronte alla sua incrollabile fede, il califfo fu sopraffatto dall'ira e ordinò che il giovane fosse sottoposto a crudeli torture.
Nonostante i dolori e le sofferenze indicibili, Pelagio non vacillò mai. La sua fede era il suo scudo, la sua forza interiore la sua arma. Il califfo, esasperato dalla sua resistenza, ordinò che gli venissero amputati gli arti e, infine, che fosse decapitato.
Era il 26 giugno 925. Pelagio aveva solo tredici anni.
Culto
La notizia del martirio di Pelagio si diffuse rapidamente tra i cristiani di Cordova, suscitando grande ammirazione e venerazione per il coraggio e la purezza del giovane. I suoi resti furono riscattati e sepolti in due diverse basiliche della città.
Il culto di San Pelagio si diffuse ben presto in tutta la Spagna, soprattutto durante il Medioevo. Divenne il simbolo della fede incrollabile e della resistenza cristiana di fronte all'oppressione. Ancora oggi, San Pelagio è venerato come patrono del seminario di Cordova e in suo onore è dedicata una chiesa nella città.
La storia di San Pelagio è un'affascinante testimonianza del potere della fede e del coraggio di fronte alle avversità. Un giovane ragazzo, con la sua incrollabile devozione, ha saputo sfidare il potere di un impero e testimoniare la verità del suo credo. La sua vita rappresenta un esempio luminoso per tutti coloro che si trovano ad affrontare prove e persecuzioni per la loro fede.
Iconografia
Questo martire giovinetto, la cui leggenda è così tipicamente spagnola, ha in Spagna una non grande ma interessante iconografia, particolarmente a León, dove un bassorilievo sulla facciata della chiesa di sant'Isidoro (secolo XII) raffigura il suo martirio. Pure nel Museo di León vi è una sua statua, originariamente destinata alla medesima chiesa.
Autore: Franco Dieghi
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