VI sec.
Originario di Bretagna, visse nel VI secolo, abitando una cella presso la chiesa di Chinon, intorno alla quale aveva piantato dei lauri che formavano un capanno sotto cui si intratteneva a leggere e a scrivere. Dopo la sua morte, essendosi disseccato uno dei lauri, il custode della chiesa lo tagliò per fare uno sgabello. Due anni dopo, preso dallo scrupolo di aver tagliato un albero piantato da un santo, rimise lo sgabello in terra: nella primavera seguente esso inverdì e riprese a vivere. Al tempo in cui san Gregorio di Tours scriveva (588) si mostrava ancora il lauro miracoloso.
Martirologio Romano: Nel castello di Chinon nel territorio di Tours in Francia, san Giovanni, sacerdote, che, di origine britannica, volle per amore di Dio sottrarsi allo sguardo degli uomini e visse di preghiera in una piccola cella costruita davanti alla chiesa del paese.
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La sua storia, narrata con sobria eleganza da Gregorio di Tours nel suo "De Gloria Confessorum", ci trasporta in un'epoca di fede profonda e di ricerca spirituale, dove la contemplazione silenziosa assumeva il ruolo di faro nella notte.
Le informazioni sulla vita di San Giovanni sono frammentarie, ma la sua fama di eremita santo si diffuse rapidamente in tutta la regione. Originario della Bretagna, Giovanni abbracciò la vocazione sacerdotale, portando con sé un profondo desiderio di comunione con Dio. In cerca di un luogo propizio alla contemplazione, si stabilì nei pressi del castello di Chinon, nella Francia centrale, scegliendo come dimora una modesta cella costruita accanto alla chiesa del paese.
La vita di Giovanni era improntata alla semplicità e alla preghiera. Trascorreva le sue giornate immerso nella lettura e nella scrittura, circondato da un rigoglioso bosco di lauri da lui stesso piantato. Questi alberi rappresentavano per lui un simbolo di pace e di rinascita spirituale, un rifugio verdeggiante dove nutrire la propria anima.
La fama di santità di Giovanni crebbe esponenzialmente, alimentata da numerosi miracoli che gli venivano attribuiti. Tra i più noti, si narra la prodigiosa vicenda dell'albero di lauro. Dopo la morte del santo, uno di questi alberi si seccò improvvisamente, spingendo il custode della chiesa ad abbatterlo per ricavarne uno sgabello. Due anni più tardi, però, tormentato da rimorsi per aver osato recidere un albero piantato da un uomo santo, l'uomo decise di posare lo sgabello a terra. Incredibilmente, durante la primavera successiva, l'albero rinverdì, tornando miracolosamente in vita. Questo prodigio, avvenuto sotto gli occhi di Gregorio di Tours, rafforzò la convinzione della santità di Giovanni e rese il lauro un simbolo tangibile del suo potere intercessorio.
La memoria di San Giovanni di Chinon sopravvisse nei secoli, alimentata dalla devozione dei fedeli che ne invocavano l'intercessione. La sua festa, fissata al 27 giugno, compare nel Martirologio Romano, a testimonianza del riconoscimento ufficiale della sua santità da parte della Chiesa.
Autore: Franco Dieghi
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