† 558
Fu vescovo di Narni in un periodo difficile, pieno di guerre tra Goti e Bizantini. Si impegnò molto ad aiutare i suoi fedeli e guidarli con saggezza in quei tempi bui. Sappiamo di lui grazie a un'iscrizione sulla sua tomba e ai racconti di San Gregorio Magno. Si narra che liberò un uomo posseduto dal diavolo e che previde la sua morte, che avvenne il 29 giugno 558.
Martirologio Romano: A Narni in Umbria, san Cassio, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, ogni giorno offriva a Dio il sacrificio di riconciliazione effondendosi in lacrime e tutto quel che aveva dava in elemosina; infine, nel giorno in cui si celebra la solennità degli Apostoli, per la quale tutti gli anni era solito recarsi a Roma, dopo aver celebrato la Messa nella sua città e distribuito a tutti il corpo di Cristo, fece ritorno al Signore.
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Le notizie più importanti e più sicure intorno a Cassio sono attinte dai Dialogi di san Gregorio Magno (III, 6; IV, 58) e dalla Homilia in Evang. (II, 37) dello stesso. Assai importante come fonte è, inoltre, l'epitafio di Cassio (CIL, X, 2, n. 4164), che è tuttora visibile sulla parete esterna della cappella di San Cassio nel duomo di Narni: nell'epigrafe è Cassio stesso che parla indicando che, davanti al sepolcro dove egli riposa, giace anche Fausta, consorte dilettissima della sua vita, e chiedendo per sé e per lei la preghiera dei visitatori. Per ascendere agli ordini sacri si era separato dalla moglie, ma i due sposi si erano uniti di nuovo nella morte. Sull'orlo inferiore della lastra c'è un alfabeto scolpito contemporaneamente all'epitafio.
Dall'epigrafe apprendiamo che Cassio fu consacrato il 9 ottobre 536 e san Gregorio, lodandolo, dice che visse ai tempi di Totila. Cassio illustrò la sede episcopale di Narni nel tempo delle guerre gotiche e fu uno dei vescovi che, in quel triste periodo di sciagure per l'Italia, attuò con zelo e prudenza le direttive della Chiesa nel ministero pastorale. San Gregorio racconta che nel territorio di Narni un portaspada di Totila, posseduto dal demonio, fu liberato per le preghiere di Cassio.
Per la festa di san Pietro (29 giugno) il santo vescovo soleva recarsi a Roma, ma, avuta la rivelazione che sarebbe morto in quella occasione, desistette dal viaggio; tuttavia, la morte lo colse proprio in quel giorno. San Gregorio narrò al popolo raccolto nella chiesa di San Sebastiano sulla via Appia, come la profezia si fosse avverata dopo qualche anno. L'iscrizione tombale dice che morì il 30 giugno 558. Nelle tragiche circostanze del sacco di Narni fu fatta la traslazione delle reliquie di Cassio e di Giovenale, anch'egli vescovo di Narni, da quella città a Lucca: intorno all'anno del sacco e della conseguente traslazione sono state emesse molte ipotesi (Anal. Boll., XLVIII [1930], p. 409).
Contiene la narrazione di questa traslazione un documento forse del sec. IX o X (in MGH, Scriptores, XXX, pp. 976-83). Cassio è ricordato nel Martirologio Romano al 29 giugno; il suo elogio è stato ripreso dai Dialogi e dall'omelia di san Gregorio Magno.
Autore: Filippo Caraffa
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