† Londra, 1-2 luglio 1591
Sacerdoti cattolici inglesi, si distinsero per il loro eroico martirio durante il regno di Elisabetta I, un'epoca segnata da forti tensioni religiose.
Beesley, nato a Goosnargh nel 1562, intraprese la sua vocazione sacerdotale presso il Collegio Inglese di Reims. Ritornato in Inghilterra nel 1588, operò con discrezione per due anni, offrendo conforto ai cattolici perseguitati.
Scott, nato intorno al 1550 nel Norfolk, si formò al Collegio Inglese di Douai. Tornato in patria nel 1575, fu imprigionato per tradimento, cedendo alle pressioni, ma poi ritrattò. Di nuovo in Inghilterra dopo l'ordinazione sacerdotale, operò clandestinamente per anni.
Arrestati nel 1590, resistettero stoicamente a torture e interrogatori, rifiutando di tradire i loro confratelli. Condannati a morte, subirono il brutale martirio il 1 e 2 luglio 1591.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, beati Giorgio Beesley e Montford Scott, sacerdoti e martiri, che, condannati a morte per il loro sacerdozio sotto la regina Elisabetta I, dopo crudeli torture giunsero alla palma del martirio.
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Giorgio Beesley
George Beesley (o Bisley), nato intorno al 1562 a Goosnargh, Lancashire, in seno a una famiglia devota alla fede cattolica, crebbe in un'epoca segnata da forti tensioni religiose. Nonostante l'affermazione della Chiesa anglicana come religione di stato sotto il regno di Elisabetta I, la fiamma del cattolicesimo continuava ad ardere in molti cuori, tra cui quello del giovane George. Spinto da una profonda vocazione sacerdotale, decise di intraprendere il percorso di formazione presso il Collegio Inglese di Reims, in Francia. Lì, immerso in un ambiente di fervore religioso e studio teologico, ricevette l'ordinazione sacerdotale il 14 marzo 1587.
Nel 1588, animato da un incrollabile zelo apostolico, Beesley fece ritorno in Inghilterra, consapevole dei rischi che correva. La sua missione era quella di offrire conforto spirituale e celebrare i sacramenti ai cattolici perseguitati, costretti a praticare la loro fede in segreto. Per quasi due anni, operò con discrezione, spostandosi tra Londra e il nord del paese, diventando un faro di speranza per i fedeli oppressi.
Tuttavia, la sua dedizione non passò inosservata alle autorità. Nel 1590, Beesley fu arrestato e imprigionato a Londra. Sottoposto a interrogatori e torture brutali, con l'obiettivo di estorcergli i nomi di altri sacerdoti cattolici, il Beato dimostrò una forza d'animo straordinaria, rifiutando categoricamente di tradire i suoi confratelli e la sua fede. Di fronte alla sua incrollabile fermezza, i suoi persecutori ricorsero alla crudeltà estrema. Il 2 luglio 1591, Beesley fu condannato a morte e giustiziato mediante impiccagione, eviscerazione e squartamento, la pena riservata ai traditori.
Nonostante la brutalità del suo martirio, la testimonianza di fede di George Beesley non fu vana. Nel 1987, Papa Giovanni Paolo II lo beatificò, riconoscendolo come uno dei quaranta martiri cattolici inglesi vittime della persecuzione religiosa. Il suo nome si unì a quello di altri ottantacinque martiri d'Inghilterra e Galles, beatificati dallo stesso Pontefice. La Chiesa cattolica celebra la memoria del Beato George Beesley ogni anno il 1° luglio, in concomitanza con il martirio di Montfort Scott.
Montford Scott
Montford Scott nacque intorno al 1550 nelle vicinanze di Norwich, in Inghilterra. Poco si conosce delle sue origini e della sua giovinezza. Non è chiaro se la sua famiglia fosse già devota al cattolicesimo o se egli si sia convertito in seguito.
Nel 1574, Scott si iscrisse al Collegio Inglese di Douai, in Francia, per intraprendere la formazione sacerdotale. Le motivazioni precise del suo trasferimento a Douai rimangono avvolte nel mistero.
Nonostante i rischi legati alle persecuzioni anticattoliche in atto sotto il regno di Elisabetta I, Scott fece ritorno in Inghilterra nel 1575, ancora diacono, accompagnato dal sacerdote Dominic Vaughan. I motivi di questo ritorno prematuro non sono del tutto chiari.
Purtroppo, la sua missione fu interrotta bruscamente nel dicembre del 1576 quando venne arrestato dalle autorità. Cedendo alle pressioni, probabilmente anche sotto tortura, Scott si rese colpevole di tradimento, fornendo informazioni alle autorità su altri cattolici residenti a Londra e nell'Essex.
Dopo un periodo di detenzione, Scott fu rilasciato e gli fu permesso di tornare sul continente. Graziato, poté completare la sua formazione teologica e ricevere l'ordinazione sacerdotale a Bruxelles nel 1577.
Nonostante i rischi e la precedente esperienza negativa, Scott dimostrò un'incrollabile fede e un forte senso del dovere. Tornò nuovamente in Inghilterra, rischiando persino la vita durante la traversata, sfuggendo per un pelo alla cattura da parte di pirati.
Per i successivi anni, Scott si dedicò con dedizione al servizio dei cattolici inglesi, operando in clandestinità e spostandosi frequentemente tra Kent, Norfolk, Suffolk, Lincolnshire e Yorkshire. La sua missione era quella di celebrare messe, amministrare sacramenti e offrire conforto spirituale ai fedeli perseguitati.
Tuttavia, la sua libertà ebbe termine nel 1578 quando fu nuovamente arrestato a Cambridge. In questa occasione, riuscì a recuperare i suoi libri confiscati dalle autorità.
Nel 1584, la sua fortuna si esaurì. Tradito, Scott fu catturato a York insieme al cugino Brian Lacy, suo collaboratore nella missione. Entrambi furono condotti a Londra dove trascorsero sette anni in prigione.
Grazie al pagamento di una cauzione e alla promessa di lasciare il paese, Scott ottenne la libertà nel 1591. Tuttavia, la sua dedizione alla fede cattolica lo spinse a violare le condizioni del rilascio, recandosi a visitare i prigionieri cattolici rinchiusi nella prigione del castello di Wisbeach.
Questo gesto di compassione gli costò caro. Venne nuovamente arrestato e imprigionato a Newgate. Nel 1591 fu processato per la terza volta. In un clima di forti tensioni tra il papato e la corona inglese, Scott fu condannato a morte per alto tradimento, in quanto ordinato sacerdote all'estero.
Insieme a lui fu processato e condannato a morte anche George Beesley. Entrambi subirono la brutale pena riservata ai traditori: impiccagione, eviscerazione e squartamento.
Montford Scott fu giustiziato il 2 luglio 1591 a Fleet Street, a Londra. La sua morte, avvenuta in nome della fede, lo rese un simbolo di resistenza per la comunità cattolica inglese.
Nel 1987, papa Giovanni Paolo II beatificò Montford Scott, riconoscendolo martire per la fede.
Autore: Franco Dieghi
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