V sec.
L’esistenza di San Fiorenzo è attestata dalla corrispondenza di san Paolino di Nola verso il 405, da cui si ricava che era stato eletto vescovo di Cahors da poco tempo, la moderna storiografia lo nomina vescovo tra la fine del IV secolo e l’inizio del V secolo. San Paolino di Nola lo descrive come un uomo umile di cuore e “forte” nella grazia ricevuta da Dio. Inoltre è ricordato per la dolcezza delle sue parole. Dopo di lui nella cronotassi dei vescovi troviamo Sant’Alizio, che si pensa abbia governato la diocesi negli anni 407-409.
Martirologio Romano: A Cahors in Aquitania, san Fiorenzo, vescovo, che san Paolino da Nola celebra come umile di cuore, forte nella grazia e mite nella parola.
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La figura di San Fiorenzo di Cahors, vescovo vissuto tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, emerge dai bagli della storia grazie alla preziosa testimonianza di San Paolino di Nola, contenuta nella sua corrispondenza. Sebbene la storiografia moderna lo collochi come terzo vescovo di Cahors, San Fiorenzo rappresenta un faro di virtù episcopale, venerato per la sua umiltà, la sua forza interiore e la dolcezza delle sue parole.
L'esistenza di San Fiorenzo è storicamente documentata grazie allo scambio epistolare con Paolino di Nola, risalente al 405 circa. In una lettera, Paolino elogia Fiorenzo come "episcopus Cadurcensis di nome Florentius", evidenziandone le qualità morali e spirituali. Sebbene il Duchesne lo considerasse il primo vescovo certo di Cahors, seguito da Alizio, ricerche successive hanno portato alla luce l'esistenza di due vescovi precedenti: San Genulfo e San Sebastiano. Pertanto, San Fiorenzo è da considerarsi il terzo vescovo di questa diocesi francese.
San Paolino di Nola descrive San Fiorenzo come un uomo "umile di cuore, forte nella grazia e mite nella parola". Questi attributi delineano il profilo di un vescovo ideale, capace di guidare la sua comunità con saggezza, compassione e fermezza. L'umiltà di Fiorenzo si contrapponeva all'arrivismo e all'ambizione che spesso minavano il ruolo episcopale all'epoca. La sua forza interiore, derivante dalla grazia divina, gli permetteva di affrontare le sfide del suo ministero con determinazione e coraggio. La mitezza delle sue parole, infine, era espressione di un animo gentile e comprensivo, capace di accogliere e confortare i fedeli.
La venerazione di San Fiorenzo si diffuse rapidamente, come attestato dalla sua menzione nel Martirologio Romano. La sua festa liturgica è fissata al 4 luglio.
Autore: Franco Dieghi
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