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Beato Tommaso Alfield Martire
Festa:
6 luglio
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† Tyburn, 6 luglio 1585
Sacerdote cattolico nell'Inghilterra di Elisabetta I, rappresenta un esempio emblematico di fede incrollabile di fronte alle persecuzioni. La sua storia è un racconto di tradimento, redenzione e martirio. Ordinato sacerdote nel 1578, Alfield subì torture e esilio per la sua fede. Tradito e pentito, tornò in patria per sostenere i cattolici perseguitati. Scrisse un'apologia condannando le persecuzioni, venendo nuovamente arrestato. Questa volta, rafforzato dalla fede e dal pentimento, Alfield affrontò il martirio con serenità. Condannato a morte, fu giustiziato a Tyburn il 6 luglio 1585. Beatificato nel 1988.
Martirologio Romano: Sempre a Londra, beato Tommaso Alfield, sacerdote e martire, che dapprima sotto tortura rinnegò la fede cattolica, ma mandato in esilio, tornò pentito in patria e, sotto la regina Elisabetta I, per aver distribuito un’Apologia in difesa dei cattolici, patì a Tyburn il supplizio del patibolo.
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Thomas Alfield, sacerdote cattolico vissuto durante il regno della Regina Elisabetta I, è ricordato come un esempio emblematico di fede incrollabile di fronte alle persecuzioni religiose. La sua storia è un'appassionante testimonianza del potere salvifico della redenzione e della forza interiore che scaturisce da una fede profonda.
Nato a Manchester nel Gloucestershire nel 1555, Alfield fu ordinato sacerdote nel 1578. In un'epoca segnata da forti contrasti tra cattolicesimo e protestantesimo, la sua fede lo espose a persecuzioni e tormenti. Nel 1581, venne arrestato e sottoposto a tortura per costringerlo a rinnegare la sua fede. In un momento di estrema debolezza, Alfield cedette alle pressioni, tradendo le sue convinzioni più intime.
Profondamente addolorato per il suo tradimento, Alfield fu esiliato dall'Inghilterra. Trascorse i successivi anni in esilio, tra i Paesi Bassi e la Francia, consumato dal rimorso e dal desiderio di espiare il suo peccato. La sua fede, pur vacillata, non si era tuttavia spenta del tutto. Anzi, proprio nel dolore e nella solitudine dell'esilio, Alfield maturò una fede ancora più profonda e radicata.
Con rinnovato vigore e determinazione, Alfield decise di fare ritorno in Inghilterra nel 1581. Nonostante i rischi che ciò comportava, era spinto da un'irresistibile necessità di redimersi e di sostenere i suoi fratelli cattolici perseguitati. Tornato in patria, si dedicò con fervore alla diffusione della fede e alla difesa dei cattolici oppressi.
Tra le sue attività, Alfield scrisse e distribuì un'apologia, un'opera appassionata in cui condannava le persecuzioni inflitte ai cattolici dal regime protestante. La sua voce coraggiosa non passò inosservata e ben presto fu nuovamente arrestato.
Questa volta, però, Alfield era un uomo diverso. Le sofferenze passate e la profonda introspezione lo avevano reso immune alle torture e alle minacce di morte. Riconfermò con incrollabile fermezza la sua fede in Dio e si preparò ad affrontare il martirio con serenità e devozione.
Condannato a morte, Thomas Alfield fu giustiziato a Tyburn il 6 luglio 1585. La sua esecuzione rappresentò l'apice di un percorso di conversione e redenzione, dimostrando al mondo la forza salvifica della fede e la tenacia dello spirito umano di fronte alle avversità.
Beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1988, Thomas Alfield rimane oggi un simbolo ispiratore di fede, coraggio e perseveranza.
Autore: Franco Dieghi
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