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San Mael Ruain Vescovo e abate di Tallaght

Festa: 7 luglio

† 789 (?)

Fondatore del monastero di Tallaght, divenuto un centro nevralgico del movimento dei Céli Dé, Mael Ruain promosse una riforma religiosa incentrata sull'austerità, la disciplina e lo studio. La sua influenza si estese ben oltre i confini del suo monastero, contribuendo alla diffusione di una spiritualità rigorosa e di un'intensa attività letteraria. Le opere prodotte a Tallaght, tra cui penitenziali, messali, martirologi e una regola monastica, riflettono l'impegno di Mael Ruain e dei suoi discepoli a riformare la Chiesa irlandese e a trasmettere un patrimonio spirituale di inestimabile valore. Il suo insegnamento, incentrato sulla disciplina ascetica e sullo studio delle Scritture, trovò espressione nel Teagasc Maoil Ruain, un testo che offre un'immagine vivida della vita monastica a Tallaght.

Martirologio Romano: A Tallaght in Irlanda, san Máel Rúain, vescovo e abate, che riformò con impegno la celebrazione della sacra liturgia, il culto dei santi e la disciplina monastica.


Non esiste una Vita di Mael (Maol) Ruain e, del resto, sappiamo ben poco circa la sua carriera; si tratta, tuttavia, di una delle più influenti figure del primo Medio Evo in Irlanda.
Secondo le genealogie egli discendeva da Mochta, nonno di san Colman Elo (morto nel 611). Il suo nome (Mael-ruain, cioè «il tonsurato» o «discepolo di Rùadan») suggerisce la possibilità che, originariamente, egli fosse appartenuto al monastero di san Ruadàn, a Lothra nel Nord-Tippe-rary. Per qualche tempo studiò con Fér-dà-Crich, suo zio materno, a Dairinis (sul fiume Blackwater, presso Youghal, nella contea di Cork), quindi, qualche anno dopo la morte di Fér-dà-Crich, passò nel Leinster dove, in un luogo donatogli da Cellach Mac Dunchada, re del Leinster (morto nel 776 e sepolto a Tallaght) fondò il monastero di Tamlachta (Tallaght) probabilmente il 10 agosto 774.

Secondo una leggenda riportata in una delle prefazioni in prosa al Félire di Oengus, l’arcangelo Michele affidò Tallaght a Mael seguendo l’antica usanza del sarsine, cioè consegnandogli una zolla erbosa come simbolo di proprietà, donde forse derivò la favolosa notizia che Tallaght conservasse reliquie di san Michele. Non vi sono comunque dubbi sul fatto che la devozione verso l’Arcangelo fosse grande in quei luoghi dove il giorno iniziava con un inno a Nostra Signora e finiva con uno, appunto, a san Michele. Esiste tutt’ora un inno a san Michele dell'IVI o IX secolo che potrebbe essere stato in uso a Tallaght, ma la sua attribuzione a Mael, avanzata dal Blume che lo ha pubblicato, è del tutto ipotetica.
Sembra che Mael sia stato il principale apostolo del movimento di riforma in Irlanda nell’VIII secolo; si facevano evidenti in quel tempo, infatti, gli inizi di quella secolarizzazione che doveva sopraffare le chiese monastiche nel X e nell’XI secolo. La reazione contro tale decadenza assunse forme diverse. Vi fu ad esempio lo sviluppo dello stabilimento per reclusi e monaci devoti presso una chiesa monastica; oppure un mutamento negli ideali religiosi con una tendenza verso il puritanesimo; o ancora il sorgere di numerosi riformatori quali Fér-dà-Crich di Dairinis, già citato (morto nel 747), i vescovi Caencomrac (morti nel 791) e Dublitir (morto nel 796) di Finnglas, Fothad di Rathan (morto nel 819) presso Tullamore, contea di Offaly. Alcune chiese divennero roccheforti del nuovo movimento e soprattutto Finnglas, Lochcré (Tipperary), Tir-dà-glas (Terryglas, contea di Wicklow) e, probabilmente, Disert Diarmuta (Castledermot) a Kildare.

L’aspetto più importante dell’intero movimento fu il sorgere dei Céli Dé (anglicizzato in Culdees). Chi e che cosa fossero non è chiaro: uno dei primi riferimenti a loro sembra essere quello della Vita di san Fintano di Rheinau (morto nel 827). Generalmente il nome è preso a significare servus Dei, ma vuol dire più probabilmente «partner o socius di Dio».
Gli inizi del concetto di Céli Dé devono ricercarsi nell’estremo Sud dell’Irlanda, a Dairinis dove Fér-da-Crich era abate. Esso si diffuse poi a Clonenagh (contea di Laoighis), sul Nore (dove Oengus, l’autore del grande Félire Oengussa, visse per qualche tempo), quindi a Castledermot, a Kildare e a Terryglas, venendo a trovare la sua maggiore espressione nei due grandi monasteri noti come i «due occhi d’Irlanda»: quello di Tamlachta Maelruain (Tallaght) a circa nove Kilometri a Sud dell’attuale città di Dublino e quello di Finnglas, a quattro Kilometri a Nord. Dei due centri del movimento dei Céli Dé di gran lunga il più importante fu Tallaght. Molti dei discepoli di Mael raggiunsero qui grande fama per la loro religione, ad esempio il vescovo Echaid (morto nel 818), secondo successore del fondatore; Oengus mac Oengobann, il celebre Oengus il Culdeo autore del Félire; Màel-Dithruib, anacoreta di Terryglas (morto nel 840); Colmàn Fota («l’Alto») che morì nell’870 ed è noto come il dalla o figlio adottivo di Mael. Tutti costoro avevano studiato con Mael a Tallaght, quindi introdussero il suo insegnamento nei propri monasteri e furono i più eminenti tra i dodici grandi discepoli di Mael (tre a Terryglas, cinque a Tipperary, due a Cork ed uno rispettivamente a Westmeath e Gare).

Ad essi un breve testo del XII secolo, proveniente da Terryglas, nel Libro del Leinster dà il nome di «gente dell’unità di Tallaght».
Tallaght fu inoltre il centro letterario del movimento. Intorno al nome di Mael ed al suo monastero nacque un considerevole corpo di letteratura religiosa ed in particolare:
1)    un Penitenziale dell’800 circa ed un libro di Commutationes (arrai). Il Penitenziale, attribuito allo stesso Mael, è l’unico noto conservato in lingua gaelica. Si tratta di un documento composito, derivato da un archetipo e da penitenziali precedenti quali quello attribuito a Teodoro di Canterbury (morto nel 690) e quello di Cummean, probabilmente Cuimine Fota, abate di Clonfert (morto nel 662).
In questo testo vi sono numerose caratteristiche di particolare interesse; ad esempio l’influenza della legge civile riconoscibile nell’idea di sostituire ammende e compensi per pene ecclesiastiche. La tradizione che fa di Mael l’autore del Penitenziale non è più antica del XVII secolo, ma dal punto di vista linguistico non vi sono ragioni per considerare inesatta l’attribuzione.
2)    Un Messale. Si tratta del famoso Stowe Missal ora nella Royal Irish Academy di Dublino. Scritto tra il 792 e l’815 circa, in esso, l’ultimo nome di una lista di santi allegata al Memento dei morti è quello di Mael. È probabilmente un tentativo di fornire Tallaght e i Céli Dé di un rituale autorevole. Un’edizione in fac-simile in due volumi è stata preparata per la Henry Bradshaw Society, Londra 1906-1915, da G.F. Warner.
3)    Due famosi Martirologi: Il Félire di Oengus compilato soprattutto a Tallaght nell’805 circa; e il libro che Mael-Muire Ua Gormain (circa nel 1160) descrive come Martirolog Thamlachta Mhael-Ruain, cioè il Martirologio di Tallaght. Quest’ultimo, la più antica compilazione irlandese di questo genere, fu redatto a Tallaght nell’800 circa e si è conservato in due mss., uno del XII secolo (Libro del Leinster) ed uno del XVII. È un’unica variante del Martirologio Geronimiano di questo genere, in quanto riduce l’elemento narrativo ad una lista di nomi aggiungendo, in un paragrafo separato, i nomi irlandesi commemorati ogni giorno. Non vi sono dubbi sul fatto che questo Martirologio abbia avuto la sua origine a Tallaght in quanto, oltre alla succitata nota del 10 agosto, ve ne è un’altra al 6 settembre, secondo cui in quel giorno vi era l’«Adventus reliquiarum Scethi filiae Méchi ad Tamlachtain». Nelle additiones, oltre a Mael, sono commemorati altri quattro abati di Tallaght.
4)    Una regola monastica, la Rule of thè Qéli Di. Dal suo titolo, la regola sembra essere una parafrasi in prosa di una composizione in versi di Mael. Si tratta di una lunga miscellanea di regolamenti per una comunità religiosa riguardante le ore canoniche, il cibo, la confessione, la penitenza, l’educazione, il modo di riscuotere le decime, le relazioni tra gli stabilimenti culdei e la popolazione da essi servita. Il Riagail è stato edito con traduzione in inglese da E.J. Gwynn, The Rute of Tallaght, in Hermathena, numero XLIV.
5)    Il cosiddetto Teagasc Maoil Ruain. Fu scritto tra l’831 e l’840 e riporta l’insegnamento (Teagasc) ed i precetti di Mael. L’autore, un monaco di Tallaght, il quale sembra scrivere da Terryglas sul Lough Derg (contea di Tipperary), conosceva evidentemente Mael, ma le sue informazioni generali provengono da Maeldithruib, abate di Terryglas (morto nel 840). Secondo le sue caratteristiche, si tratta di un libro di loci communes di usanze monastiche nel IX secolo osservate a Terryglas e soprattutto a Tallaght.

Tra tutte queste opere, quella in cui è possibile trovare qualche accenno al carattere di Mael è il Teagasc. Naturalmente Mael, ed in linea subordinata Maeldithruib di Terryglas, sono gli eroi della collezione. Era evidentemente nelle intenzioni dell’autore rappresentare l’ambiente monastico a Tallaght come luogo di disciplina ascetica superiore a quella del monastero di Duiblitir a Finnglas a circa quindici Kilometri a Nord sulla riva opposta del fiume Liffey.
Dal Teagasc Mael emerge come una viva figura di inesorabile fautore della disciplina. Contrariamente ai monaci di Finnglas i monaci di Tallaght non dovevano bere birra; infatti in una certa occasione Mael rimproverò Duiblitir per questa debolezza dei suoi monaci dicendo che: «I tuoi monaci avranno qualcosa che il fuoco del Giudizio dovrà purificare». Essi non dovevano inoltre mangiare carne, sebbene Mael lo permettesse anche in Quaresima quando vi era una carestia. Tranne che a Pasqua e nei giorni tra Natale e l’Epifania essi si disciplinavano l’un l’altro. Per sedare le passioni usavano rimanere immersi nell’acqua fredda per lunghi periodi e pregavano con le braccia distese a forma di croce. Si confessavano regolarmente, ascoltavano la Messa la domenica, il giovedì e nelle grandi feste (in queste occasioni spesso a mezzanotte); si accostavano alla Comunione una volta alla settimana. L’Ufficio era recitato alternativamente in piedi e seduti «per non addormentarsi o stancarsi troppo». Durante i pasti si leggevano i Vangeli ed il giorno successivo i monaci venivano interrogati per vedere con quanta attenzione avessero seguito la lettura.

Sebbene i monaci di Tallaght adempissero a duri lavori manuali, Mael diceva che «il lavoro della pietà è il più eccellente tra tutti i lavori. Il regno del cielo è garantito a colui che dirige lo studio e a colui che studia». Si recitavano molte preghiere per i morti (ad esempio il Beati Immaculati si cantava stando in piedi nel refettorio) e vi era un sistema di veglia permanente in forza del qua|e due monaci dovevano recitare il Salterio in chiesa fino all’inizio del Mattutino. E se Mael faceva poco uso di bevande nel monastero, assai meno ne faceva di qualsiasi genere di ricreazione. Tallaght era un luogo di austerità: un giorno un certo Cornàn, un anacoreta del disert Laigen, che suonava la cornamusa piuttosto bene, si offrì di suonare per Maen, ma questi lo rimproverò dicendo: «Queste mie orecchie non si diletteranno di musica terrena finché saranno dilettate dalla musica celeste».
Malgrado la sua intransigenza Mael ebbe molti seguaci. Tra questi, l’unico di cui ci sia giunto il tributo d’affetto reso al maestro è Oengus il Culdeo. Egli era venuto a Tallaght in cerca di un anatricara, un amico dell’anima, e completò il suo Féhre o Martirologio dieci anni dopo la morte di Mael. Per Oengus egli era il «sole dell’isola d’Irlanda», l’unico «al cui sepolcro tutte le ansie si placano» (evidentemente il sepolcro di Mael a Tallaght era luogo di pellegrinaggio sin dall’805). L’affetto e la stima per Mael erompono più di una volta, ma soprattutto, forse, nel Félire quando, nell’epilogo, egli dice ai suoi lettori e a tutti i «santi» da lui commemorati: «Possa la benedizione di questo Re con le sue belle schiere essere sulle vostre comunità e, sopra tutti gli altri, su Mael-Ruain». Ed ancora, poco prima della fine, egli ricorda il suo antico aite o aio, Mael, con le parole: «Possa il mio tutore portarmi fino a Cristo».
Tallaght sarebbe divenuto nella storia della Chiesa famoso come Armagli e Clonmacnoise, se, tre anni dopo la morte di Mael, nel 792, i Vichinghi non fossero comparsi sulle coste d’Irlanda; intorno all’840 avevano stabilito una colonia permanente a Dublinn (Dublino) a soli nove Kilometri da Tallaght. In questo periodo e negli anni successivi Tallaght e gli altri stabilimenti dei Céli Dé furono spesso vittime di incursioni e saccheggi (condotti sia dai Norvegesi sia da elementi locali) e declinarono rapidamente.

Oggi rimane ben poco di Mael e del suo monastero a Tallaght. Una parte del luogo è occupata da una chiesa protestante che porta il nome di Mael e sull’altra, al di là della strada, sorge lo studio generale dei Domenicani irlandesi; sullo sfondo si eleva un'antichissima quercia di rara grandezza che la leggenda dice piantata da Mael.
Mael è commemorato nei Martirologi di Tallaght (additiones), Oengus e Gorman al 7 luglio, data che è anche quella della sua festa. Sino all'arrivo dei Domenicani a Tallaght nel 1856, questo giorno era celebrato con un tumultuoso carnevale; oggi passa inosservato. Tutto ciò che sopravvive di Mael, in effetti, è la non disprezzabile produzione letteraria del suo monastero e della sua oentu, o "unità" (societas). A Crossbeg, presso Enniscorthy, contea di Wexford, è conservata una statua lignea di Mael databile al tardo XIV secolo o agli inizi del XV.


Autore:
Leonard Boyle


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-26

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