Solero, Alessandria, 1049 - Segni, Roma, 18 luglio 1123
Bruno nacque a Solero d'Asti nel 1040. Dopo aver conseguito la laurea presso l'Università di Bologna, decise di ritirarsi nel monastero di Montecassino. Nominato canonico della Cattedrale di Siena dal vescovo Rodolfo, fu inviato a Roma per impegni della diocesi. Qui ebbe l'incarico di confutare l'eretico Berengario. La disputa si tenne davanti al Pontefice, e Bruno confutò così sapientemente l'eretico, che Gregorio VII stesso lo consacrò e nominò vescovo di Segni. Pochi anni dopo affiancherà il Papa nella gigantesca lotta alle elezioni simoniache e la prepotenza di Enrico IV. Tornò a Segni nell'aprile del 1082, ma giuntovi fu imprigionato dal conte Adolfo di Segni. Il Signore però vegliava su di lui e con un miracolo ripetuto per tre volte lo liberò. Tornato a Roma fu nuovamente imprigionato col Papa nella mole Adriana. Dopo la liberazione, Bruno, desideroso di pace, trascorse nel chiostro benedettino gli ultimi anni della propria vita, seguendo con cura la Regola, tanto che dopo soli cinque anni di vita monastica venne eletto abate di Montecassino. Nel 1112 si ritirò a Segni, sua sede episcopale, e qui morì il 18 luglio 1123.
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Segni nel Lazio, san Bruno, vescovo, che molto lavorò e soffrì per il rinnovamento della Chiesa e, costretto per questo a lasciare la sua sede, trovò rifugio a Montecassino, dove divenne abate temporaneo del monastero.
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Bruno nacque a Solero, all'epoca diocesi di Asti, tra il 1045 ed il 1049; iniziò la sua formazione religiosa con i monaci martiniani presso il locale cenobio di S. Perpetuo e proseguì gli studi a Bologna dove esisteva una Scuola di Grammatica e Retorica, conseguendo il titolo di dottore. Chiamato a Siena dal vescovo Rodolfo per insegnare teologia, fu nominato canonico della cattedrale e vi rimase sino al 1076 quando seguì il cardinale Pietro Igneo che lo introdusse alla corte papale dove fu notato da Gregorio VII per la sua preparazione teologica e per la sua eloquenza. Nel 1079 il papa lo consacrò vescovo della sede suburbicaria di Segni ed in questa veste ebbe modo di collaborare da vicino con quattro papi. Fu più volte nominato legato pontificio in Francia e nell'Italia meridionale; combatté strenuamente la simonia ed il nicolaismo nel burrascoso periodo della lotta per le investiture. La sua vocazione per lo studio delle Sacre scritture lo portò a scegliere la vita monastica e nel 1102 si ritirò a Montecassino dove nel 1107 fu eletto abate.
Nel 1111 fu costretto a lasciare Montecassino a causa dei suoi dissidi con papa Pasquale II che aveva concesso a Enrico V il diritto alle investiture dei vescovi germanici. Tornato alla sua missione pastorale a Segni, lasciò la vita terrena per quella celeste il 18 luglio 1123.
Nel 1183 (o 1181 secondo alcuni storici) Lucio III lo elevò agli onori degli altari nella sua cattedrale dove è custodito il suo cranio.
San Bruno è ricordato soprattutto per aver confutato definitivamente, con il monaco Alberico, l'eresia di Berengario di Tours che negava la reale presenza di Cristo nell'Eucaristia, durante il sinodo romano del 1079 ed in questa veste è raffigurato sulla pala d'altare del "Concivium Patronus" nella collegiata di Solero, ma gli studiosi tengono in grandissima considerazione le sue opere e la sua figura di esegeta delle Sacre scritture.
S. Bruno scrisse commentari sul Pentateuco, sui Salmi, sul Cantico dei Cantici, su Isaia e numerose omelie sui Vangeli. La memoria liturgica viene celebrata il 18 luglio a Solero, a Segni, a Siena, a Montecassino, a Colleferro nella parrocchiale a lui dedicata e ad Asti dove sorge una cappella sotto il suo titolo presso la quale era possibile lucrare l'indulgenza plenaria concessa da papa Benedetto XIV con un Breve del 5 aprile 1758. La cattedrale di Asti, consacrata a fine 1095, o inizio 1096, da papa Urbano II con S. Bruno, lo ascrive fra i canonici del suo Capitolo e la diocesi astese lo onora fra i suoi santi.
Autore: Gian Piero Pagano
S. Bruno nacque a Solero d'Asti nel 1040: trascorsa la fanciullezza sotto la salutare e sapiente guida di monaci Martiniani, fu inviato dai genitori all'Università di Bologna dove, ancor giovane, si laureò. Benchè in ambiente non favorevole, si conservò virtuoso e fermo nella fede della prima educazione. Facendosi sempre più sentire la vocazione, desideroso di seguire i consigli del Signore, decise di ritirarsi nel monastero di Montecassino.
Però durante il viaggio, si fermò a Siena dove, per disposizione di Dio, fu trattenuto dal vescovo Rodolfo, che lo nominò canonico di quella cattedrale. Inviato a Roma per impegni della diocesi, qui ebbe l'incarico di confutare l'eretico Berengario.
La disputa si tenne davanti al Pontefice, e Bruno confutò così sapientemente l'eretico, che Gregorio VII stesso lo consacrò e nominò vescovo di Segni.
A Segni fu banditore della Buona Novella e apostolo di carità. Ma i confini della sua piccola diocesi erano troppo ristretti per la sua attività; eccolo quindi vicino al grande genio di Gregorio VII nella gigantesca lotta contro l'incontinenza e specialmente contro le elezioni simoniache e la prepotenza di Enrico IV. E qui è bene accennare quanto abbia sofferto dai nemici.
Si era nell'aprile del 1082. Roma, fedele al Papa, dopo aver respinto i due assalti del falso penitente Enrico IV che aveva ripreso a combattere la Chiesa, godeva un po' di tregua. Bruno ehe si trovava allora a Roma con Gregorio VII, si mise in viaggio per ritornare alla sua diocesi, ma giuntovi fu imprigionato dal conte Adolfo di Segni.
Il Signore però vegliava su di lui e con un miracolo ripetuto per tre volte lo liberò.
Ritornò allora a Roma ma fu nuovamente imprigionato col Papa nella mole Adriana.
Con rincrescimento di molti, Bruno, sempre bramoso di pace, solitudine e unione con Dio, volle ad ogni costo seguire la sua aspirazione al chiostro. Perciò adempì diligentemente la regola benedettina nella pietà, nello studio e nel lavoro, tanto che dopo soli cinque anni di vita monastica venne eletto abate di Montecassino. Nel 1112 si ritirò a Segni, sua sede episcopale, da dove passò al Signore il 18 luglio 1123, giorno in cui la Chiesa ne celebra la festa.
S. Bruno fu pure un grande scrittore. Nonostante i molti incarichi, trovò tempo per commentare tredici libri della Sacra Bibbia; scrisse la vita di S. Leone IX e di S. Pietro vescovo di Anagni; un trattato sui Sacramenti e un altro sul santo Sacrificio della Messa. Di lui ci rimangono pure 145 omelie e 6 libri di sentenze.
Autore: Antonio Galuzzi
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Aggiunto/modificato il 2015-07-21