Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santa Aurea, vergine, sorella dei santi martiri Adolfo e Giovanni, che, durante la persecuzione dei Mori, condotta davanti al giudice cedette per timore, ma pentitasi subito, superò il nemico in un nuovo combattimento con l’effusione del suo sangue.
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Gli Atti di Aurea, che subì il martirio a Cordova il 19 luglio 856, ci sono stati tramandati da sant'Eulogio, anch'egli di Cordova, ucciso in odio alla fede l'11 marzo 859: sono dunque di un contemporaneo e di un concittadino, degni in tutto di fede. Aurea era sorella dei santi martiri Adolfo e Giovanni uccisi il 27 settembre 825 o 826, e figlia di sant'Artemia, che, dopo la morte del marito, un arabo musulmano di buona condizione, si era ritirata nel monastero di Santa Maria di Cuteclara, in un sobborgo di Cordova, insieme con la figlia. Secondo Eulogio Aurea visse nel monastero «per annos fere triginta et amplius». Nata da un matrimonio misto, essa apparteneva secondo la legge alla religione maomettana, quella del padre, e la sua adesione alla religione cristiana era considerata una «apostasia» punita con la morte. Condotta davanti al giudice e minacciata dei più duri supplizi, Aurea ebbe un momento di debolezza e negò la fede («ferunt eodem momento virginem sub iudicis obiurgatione cessisse, et omne sibi imperatum libenter exequendum polliceri»). Liberata, tornò al monastero, dove fece penitenza del suo errore. Tradotta nuovamente davanti al giudice, questa volta confessò con fermezza la propria fede. Fu decapitata e il suo corpo gettato nel Guadalquivir. La festa di Aurea è celebrata il 19 luglio a Cordova.
Autore: Pietro Altabella Gracia
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