Occupa il diciassettesimo posto nella serie dei vescovi veronesi quale ci è fornita dall'autorevolissimo Velo di Classe. Tale nome si trova anche in una iscrizione (sec. XI o XII) dell'antica pieve di S. Stefano in Verona insieme con il nome di altri presuli veronesi, autentici o no; le sue reliquie riposerebbero nella stessa chiesa. L'Ordo veronese del sec. XI, detto Carpsum, nel calendario porta: "Iulius a IIII Natalis sancti Felicis confessoris" cui da mano del sec. XIII fu aggiunto il predicato et martiris. Molto probabilmente si volle identificare il vescovo con un omonimo martire veronese quale ci è riferito dal Martirologio Geronimiano al 2 agosto.
La tradizione locale pone l'episcopato di s. Felice contemporaneamente al dominio ostrogoto in Italia e precisamente quando Teodorico amava soggiornare lungamente a Verona di cui aveva fatto la sua residenza preferita tanto da essere chiamato, nelle saghe germaniche, Teodorico di Verona (Dietrich von Bern).
Una chiesa sui colli della città sarebbe stata dedicata a s. Felice, ed il nome rimase al castello fortificato in seguito costruito, anche dopo la distruzione della chiesa stessa (1407).
Il nome di Felice è nel Martirologio Romano al 19 luglio. Con la riforma del Proprio veronese (1961) la sua festa è venuta a cessare.
Autore: Silvio Tonolli
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