San Fantino è il Santo più antico calabrese storicamente provato. Nato a Taureana di Palmi (Rc) nel 294 dC, dove morì nel 336, il 24 Luglio, giorno in cui si celebra la memoria.
Il suo biografo , Pietro Vescovo occidentale ci presenta un profilo di santità affascinante. Non sappiamo chi l’ha condotto a Cristo, ma cosa più importante, sappiamo che una volta conosciuto, la sua vita è stata solo per lui.
Pietro nel “ Bios “ del Santo ci dice che era un cavallaro, a servizio di un nobile pagano di Taureana di nome Balsamio. Uomo molto dedito alla preghiera e amico dei poveri pieno di misericordia nei loro confronti in conformità all’ invito evangelico di siate misericordiosi, com’è misericordioso il Padre vostro celeste. Nel tempo della mietitura li aiutava facendo trebbiare i loro covoni con le cavalle del suo padrone, la notte affinchè questo non si insospettisse. Balsamio avvisato da gente malvagia, una volta scoperto Fantino, preso d’ira voleva ucciderlo, ma il Santo riuscito a scappare si diresse verso il fiume Metauro (oggi Petrace), che riuscì ad attraversare grazie alla sua preghiera, con cui ottenne il prodigio di dividerlo, in quanto era molto gonfio e non si poteva attraversare. Balsamio vedendo il prodigio, chiese perdono a Fantino, riuscì anche lui ad attraversare il fiume e si convertì a Cristo.
Alla sua morte, il Santo venne sepolto nella Villa di Balsamio, la cui Cripta tutt’ora esiste.
Tra i miracoli avvenuti per intercessione del santo, narrati sempre da Pietro, vi è quello della sua apparizione insieme alla Madonna, su uno scoglio immerso nel mare in località Pietrenere nei pressi di Taureana. Il vescovo ci dice che mentre si festeggiava la memoria del Santo, si videro arrivare delle navi saracene. L’esercito si preparava alla battaglia, molti si recarono sulla tomba del santo per invocare la sua protezione. Scoppiò una tempesta che fece naufragare le navi. I pochi saraceni che si salvarono, una volta arrestati, narrarono di aver visto sullo scoglio, una donna vestita di porpora e un giovane con i capelli al vento e con in mano un tizzone fumigante che ad un cenno della donna lanciò a mare, facendo scoppiare la tempesta. La gente ha riconosciuto in quella donna la madre di Dio e nel giovane San Fantino. Da questo prodigio, nasce a Taureana il culto alla Madonna con il titolo di Maria SS.ma dall’Alto mare. Il miracolo si può datare intorno al 560. Per ricordare il prodigio, Il 24 luglio 2010, l’effige della Madonna è stata incoronata con un diadema interamente in oro benedetto da SS. Benedetto XVI, il 26 maggio 2010.
Ogni anno, il Santo viene celebrato il 24 luglio, secondo le indicazione del Messale proprio della Diocesi di Oppido M.-Palmi, con il rito latino in tutta la Diocesi e in maniera particolare a Taureana con la benedizione dei cavalli e cavalieri di San Fantino il cui numero e 24 in onore del Santo. Dopo la benedizione, l’icona del Santo viene portata processionalmente fino alla Cripta.
Autore: Sac. Vittorio Castagna
È il santo più antico della Calabria. Nato nel 293 a Taureana di Palmi (Reggio Calabria), Fantino detto il Cavallaro, è il domestico di un nobile patrizio romano di nome Balsamio. Il ragazzo viene incaricato di badare a una mandria di cavalle, di portarle al pascolo e di abbeverarle. Fantino è molto buono, umile, caritatevole, segretamente cristiano: prega molto e aiuta i poveri. L’unico modo che ha per aiutarli è di far lavorare le cavalle del padrone di notte, per trebbiare il grano.
Alcune persone malvagie vanno dal patrizio romano ad accusare Fantino di sfruttare di nascosto le sue cavalle. Il nobile, infuriato, si dirige verso il pascolo. Fantino si accorge che sta per essere scoperto e così, con un frustino e una preghiera, trasforma il grano in un prato verde dove le cavalle pascolano tranquillamente. Il nobile non si accorge di nulla e rientra a casa. I malvagi, però, tornano alla carica e lo convincono ad andare di nuovo a controllare. Ancora più infuriato Balsamio si reca sul posto. Questa volta Fantino cerca di scappare in groppa al suo cavallo seguito dalla mandria di cavalle. Deve attraversare un fiume in piena, il Metauro (attuale Petrace che scorre nella Calabria meridionale). Con la sua verga tocca le acque e parla al fiume, come se fosse animato: «Fermati Metauro. Passa Fantino, il servo di Dio». Le acque si dividono e Fantino può passare con le sue cavalle. Il padrone assiste alla scena stupefatto, chiede perdono al suo garzone, si converte al Cristianesimo e si fa battezzare.
Fantino muore nel 336 a Taureana di Palmi e viene sepolto nella villa del suo padrone Balsamio, chiesetta attualmente visitabile. Si narra di un miracolo avvenuto per sua intercessione qualche secolo dopo la sua morte. La popolazione è disperata perché, provenienti dall’Africa, stanno per sbarcare i Saraceni per saccheggiare i paesi della Calabria. Un gruppo di fedeli prega San Fantino di salvarli. Quando le navi stanno per avvicinarsi, una violenta tempesta si abbatte sulla flotta che va a sbattere contro gli scogli. Molti muoiono, alcuni superstiti raccontano di aver visto su uno scoglio, in località Pietrenere (Palmi), una donna e accanto un giovane con in mano una torcia con la quale, toccando le acque, scatena la bufera. Erano la Madonna, madre di Gesù, e San Fantino. Da allora a Taureana di Palmi si celebra il culto di Maria Santissima dell’Alto Mare e ogni 24 luglio i fedeli festeggiano il loro patrono San Fantino con la benedizione di cavalli e cavalieri.
Autore: Mariella Lentini
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