Nel cap. 57 del suo Prato Spirituale, Giovanni Mosco (m. 619) racconta: « A quattro miglia dalla città di Egee (Aigaiai) stava uno stilita chiamato Simeone. Colpito da un fulmine questi mori. Ora l'abbàs Giuliano, lo stilita del golfo, disse ai suoi discepoli fuori del tempo in cui era solito [rivolger loro la parola]: "Buttate l'incenso [nel turibolo] ". I discepoli gli dissero: " Padre, dicci la ragione ". Giuliano rispose: " Perché il fratello Simeone, quello di Egee, è stato colpito dal fulmine ed è morto; ed ecco passa [a miglior vita] l'anima sua con allegrezza ". Ora [i due stiliti] erano distanti l'un l'altro di ventiquattro miglia ». L'epoca in cui visse Simeone dovrebbe essere il sec. VI.Diverse località greche portano il nome di Aìgai o Aìgaìai. Qui si tratta della città marittima di Cilicia, oggi Ayash, come risulta dal cap. 27 del medesimo Prato Spirituale. L'edificante racconto mira innanzi tutto a sottolineare il dono di « televisione » proprio a Giuliano. Il transitus di Simeone non è narrato per se stesso e la santità dello stilita è del tutto marginale nella galleria di Giovanni Mosco. Tuttavia il bollandista Du Sollier ha creduto poter individuare il Simeone « fulminato » nel Simeone archimandrita del 26/27 lugl. (calendari orientali) e nel Simeone monaco e confessore « in Sicilia » commemorato il 27 lugl. nei martirologi latini medievali (leggendo Cilicia invece di Sicilia). Ora sappiamo che quel Simeone è l'Anziano Stilita, e che è quindi del tutto ingiustificata l'opinione del Du Sollier secondo la quale sarebbe « ridicola e inaccettabile » l'aggiunta « in Mandra » del Sinassario di Chifflet. Altri invece non sanno quale giorno assegnare a Simeone « stilita in Cilicia ». È però possibile, seguendo un'altra via, recuperare l'eventualità di una commemorazione di Simeone il 27 lugl. In quel giorno, il Lezionario georgiano della Chiesa di Gerusalemme, detto di Parigi (secc. V-VIII) annunzia: « Commemorazione di Simeone e di Simeone stiliti ». Il secondo stilita non sembra da identificare con Simeone il Giovane, commemorato nel citato Lezionario il 28 magg., ma con un terzo Simeone stilita, precisamente quello iscritto dopo i due più famosi, senza titolo particolare, nel calendario georgiano di Giovanni Zosimo, il 27 lugl. Negli ambienti monastici siro-palestinesi il Simeone stilita di Giovanni Mosco avrebbe cosi trovato un'eco che si è ripercossa anche nella liturgia bizantina, per mezzo di Teodoro Studita al quale è stato attribuito il Canone dei ss. Padri inserito nell'Ufficio mattutino del sabato tès tyrinès (seconda settimana prima della Quaresima); di tale canone la sesta ode esalta, nel terzo tropario, « l'omonimia simeoniana doppiamente doppia: gli stiliti sono tre, e uno il Salò ». Esclusa dall'antichità del canone la possibilità di un riferimento a Simeone stilita iconodulo, non rimane che l'asceta di Egee, la cui morte fulminea è stata interpretata, per merito del carismatico Giuliano, in un modo agiograficamente positivo.
Autore: Daniele Stiernon
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