Nulla di certo si conosce su Centolla (Centola) venerata a Burgos come santa e martire. Secondo una tradizione popolare, molto diffusa a Burgos nel tardo Medioevo, Centolla sarebbe stata una giovane cristiana di Siero, nella regione di Sedano (a nord-est di Burgos), e sarebbe vissuta verso la fine del sec. III. Alcuni racconti precisano che ella, figlia di un alto ufficiale di Toledo, si era rifugiata a Siero per sfuggire alla persecuzione da parte del padre. Dopo aver subito numerose amputazioni e altri tormenti, sarebbe stata decapitata per ordine di Eglisio, prefetto della Galizia o, forse, della Cantabria. Il vescovo di Astorga-León raccolse le sue reliquie e le fece seppellire a Siero, nelle vicinanze di una sorgente: da questo fatto, forse, fu mossa la pietà popolare e fu attribuito alla santa il potere di guarire i paralitici. Nel sec. IX, Fernando, conte di Santander e Castiglia, fece restaurare il santuario della santa a Siero. Il culto restò a lungo limitato all'antica diocesi di Auca (Oca), ma occorre notare che gli antichi calendari mozarabici, che ricordano Centolla al 2 agosto, non le attribuiscono né il titolo di vergine, né quello di martire. Nel 1317, Gundisalvo, vescovo di Burgos (1313-27), ne fece trasportare nella sua città episcopale le reliquie e compilò una passio sulla base della tradizione popolare. Nel Martirologio di Burgos del 1330 e quindi nei breviari locali del sec. XV, Centolla era ricordata il 4 agosto, che si riteneva fosse il giorno anniversario del suo martirio.
Dal sec. XIV al culto di Centolla fu associato quello di Elena, che, matrona di Siero, si sarebbe convertita alla vista della fermezza eroica mostrata dalla giovane (secondo altri, però, Elena era già cristiana). Recatasi con altre donne a visitare Centolla, che giaceva in carcere dopo le tremende torture subite, Elena meritò di esserle compagna nel martirio. La festa delle due sante era celebrata a Burgos il 4 agosto ed era di precetto.
Centolla ed Elena sono ricordate nel Martirologio Romano al 13 agosto, ma impropriamente, poiché il Baronio pose il loro elogio a quella data seguendo Alfonso de Villegas, autore del Flos Sanctorum (Toledo 1578), che si discosta dalle migliori fonti.
Autore: Gian Michele Fusconi
Fonte:
|
|
|
|