Studiò filosofia alla scuola capitolare di Chartres, dove presto si distinse per il suo fervore religioso, sì che non tardò a ricevere la tonsura da Pappol, vescovo di Chartres. In seguito, avendo manifestato la volontà di vivere vita eremitica, si ritirò in un luogo solitario poco distante da Blois, e quivi, vicino alla sua cella, edificò una chiesa che fu consacrata a san Giorgio martire dal vescovo Pappol. Diffusasi la fama della sua santità, Clotario II lo nominò cappellano di corte e direttore della scuola di palazzo, alla quale ebbe come allievi Rustico, vescovo di Rodez, Desiderio, futuro vescovo di Cahors, e Siagrio. Morto Pappol, Betario, nonostante le sue resistenze, fu acclamato dal clero e dal popolo vescovo di Chartres, con ogni probabilità nel 595.
Nella guerra combattuta da Teodorico II di Borgogna contro Clotario, Betario diresse la difesa della città, che, dopo un lungo assedio, confidando nella parola di Teodorico, gli si arrese. Il re di Borgogna, però, entrato in città, massacrò gli abitanti e fece prigioniero Betario. Secondo la sua Vita, il vescovo fu rimesso in libertà a seguito di un miracolo, da lui operato, per la guarigione di alcuni soldati. Con Betario furono liberati i cittadini di Chartres, che poterono ritornare in città.
Betario morì poco dopo il 623, probabilmente un 2 agosto giorno in cui a Blois si celebra la sua festa, che, invece, a Chartres ricorre il 14 dello stesso mese.
Alcuni storici confondono erroneamente Betario con Bertario, che sarebbe stato vescovo di Chartres verso il 675: il Duchesne, infatti, sulla base di due cataloghi dei secc. XI e XII, che distinguono le due persone, pone Bertario al trentunesimo posto tra i vescovi di Chartres, mentre Betario risulta il diciannovesimo vescovo della città.
Autore: Pietro Caramia
Fonte:
|
|
|
|