Sant’Onofrio era un eremita vissuto nel sec. X, ricordato nel Martirologio romano come “insigne per i digiuni e l’austerità di vita”.
Originario di Belforte, un centro del Vibonese nei pressi di Vazzano, apparteneva a una nobile famiglia.
Onofrio in giovane età abbandonò la sua casa contro la volontà del padre, conte del paese, per dedicarsi alla vita eremitica, secondo le regole basiliane, ritirandosi in una grotta in un folto bosco, lontano da tutti.
Lo seguì sua sorella Elena.
Sant’Onofrio visse fino a tarda età, distinguendosi per il suo spirito di orazione, i suoi prolungati digiuni e la sue mortificazioni della carne.
Una delle poche testimonianze su sant’Onofrio è quella di padre Giovanni Fiore da Cropani, frate minore dei cappuccini, riportata nel volume Calabria Illustrata del 1743,
Padre Fiore scrive: “fabbricatasi una celletta dentro un folto bosco, ivi prese a vivere vita d’angiolo in digiuni e penitenze. Avvenne intanto il conte padre a caccia, si pose in traccia d’una fiera, qual lo portò ov’era il santo. Non lo conobbe dapprima, ma poi nel discorso scortolo per suo figliolo, piangendone per tenerezza se l’abbracciò e strinse al petto. Ma quantunque l’avesse forzato di ritirarsi o nella casa paterna o nel monastero, non però poté conseguire né l’uno né l’altro, risoluto di terminare i suoi giorni tra quelle fiere; anzi seco trasse a vivere in sua compagnia Elena sua sorella. Così adunque consumato dalle mortificazioni, riposò placidamente nel Signore non veduto da uomini, ma assistito dagli angioli”.
Secondo Pietro Minniti, abate generale dei Basiliani e Pietro Pompilio Rodotà, Onofrio morì a Panaia presso Filogaso, il giorno 4 agosto 995, mentre per Elia d’Amato, indica il 995 quale anno della sua morte.
Alla sua morte il suo corpo è stato trasportato nel vicino monastero esistente in località Chao.
Dopo la sua morte tutta la popolazione lo proclamò santo, grazie alle diverse grazie ottenute attraverso la sua intercessione.
Intorno al monastero dove fu sepolto, nel tempo si sviluppò il centro abitato che da lui prese il nome.
Infatti, il comune di Sant’Onofrio prese il nome dall’eremita del Chao, che aveva preso il suo nome in onore di Sant'Onofrio anacoreta. Era chiamato "del Chao", in quanto, nella zona è presente un pendio, simile a un burrone, chiamato anticamente dai greci Caos.
Autore: Mauro Bonato
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