Etimologia: Marino = uomo del mare, dal latino
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Tarso in Cilicia, nell’odierna Turchia, passione di san Marino, anziano nativo di Ainvarza, che fu decapitato sotto l’imperatore Diocleziano e il governatore Lisia e il suo corpo, per ordine del prefetto, dato in pasto alle fiere.
|
Il suo nome venne inserito nel 1500 da Cesare Baronio nel ‘Martirologio Romano’ all’8 agosto, prima di quella data s. Marino di Anazarbo era sconosciuto in Occidente. Una breve ‘passio’ greca racconta che Marino ormai in età avanzata, viveva ad Anazarbo, città della Cilicia al tempo di Diocleziano (243-313). Giacché era cristiano, fu arrestato e trasferito a Tarso davanti al governatore Lisia. Segue la scena dell’interrogatorio, delle promesse e incitazioni a sacrificare agli dei, il suo deciso rifiuto e quindi una prima serie di torture, seguite dal carcere. Il giorno seguente fu una ripetizione del precedente, concluso con la condanna a morte; la decapitazione ebbe luogo fuori della città e il suo corpo gettato ai cani e alle belve. Nel ‘Martirologio Romano’ invece è detto che Marino venne divorato vivo dalle belve, mentre le fonti greche, come già detto, dicono che lo fu dopo essere stato decapitato. A seguito di un improvviso temporale che provocò una grande confusione, due cristiani delle vicinanze s’impadronirono dei resti del suo corpo, nascondendoli in una grotta, in seguito furono trasportati in una località a sei miglia da Anazarbo. Una notizia nei sinassari bizantini, precisa che la morte di Marino avvenne sotto Diocleziano e Aristobulo consoli, ciò permette di stabilire con certezza che la morte avvenne nel 285, anno in cui Diocleziano da console divenne imperatore; nello stesso anno e sotto lo stesso governatore Lisia, subirono il martirio Claudio, Asterio e i loro compagni. Il nome Marino ha origine latina e significa “appartenente al mare”.
Autore: Antonio Borrelli
|