Stranamente non esiste alcuna ‘Vita’ di questo santo, ma alcuni documenti e la testimonianza dei suoi contemporanei, ci danno un quadro soddisfacente per conoscerlo. Maurilio nacque da nobile famiglia nella diocesi di Reims; studiò nella scuola episcopale di Liegi (oggi Belgio), continuandoli in Sassonia. Tornato in Francia divenne monaco a Fécamp, sicuramente prima del 1030. Come capitava spesso in quei tempi, Maurilio dopo alcuni anni, chiese al suo abate il permesso di condurre vita eremitica e quindi si spostò in Italia per isolarsi, dedicandosi alla preghiera e al lavoro manuale; con lui si accompagnò il monaco Gerberto, che più tardi divenne oblato di St-Wandrille. La fama delle loro virtù giunse fino al marchese Bonifacio, il quale ordinò a Maurilio di assumere la guida come abate, di S. Maria in Firenze, ma i monaci scontenti del rigore del nuovo abate, si dice tentarono di avvelenarlo, Maurilio allora sempre accompagnato da Gerberto, se ne tornò a Fécamp. Nel 1055 il duca di Normandia, Guglielmo il Conquistatore, fece deporre Maugero, arcivescovo di Rouen, per questioni politiche e religiose, facendo nominare al suo posto il monaco Maurilio, dimostrando così di voler collaborare per la riforma del clero, che era un problema contingente nell’XI secolo. Durante il suo episcopato presiedette vari Concili, convocati principalmente contro il matrimonio dei preti; insieme al duca Guglielmo, tenne una assemblea, ecclesiastica e laica nello stesso tempo, per imporre la “tregua di Dio”, istituto medioevale creato dalla Chiesa per imporre periodi di pace tra famiglie, Comuni, signori feudali, in lotta fra di loro; e poi per organizzare la lotta contro il brigantaggio. In quel tempo si erigevano magnifici templi e Maurilio poté nel 1063, consacrare la cattedrale di Rouen e nel 1067 la chiesa abbaziale di Jumièges. Il santo monaco-vescovo morì il 9 agosto di quello stesso anno 1067, si racconta una curiosa leggenda, il vescovo sembrava morto e ci si preparava per trasportare il suo corpo in chiesa, quando per un istante la vita ritornò in lui, così egli poté descrivere le visioni dell’aldilà che aveva avuto, luoghi vicino Gerusalemme con una folla di santi e altri con orribili demoni, con visioni terribili di dannati. Maurilio allora era ritornato in vita per avvertire i suoi figli dei pericoli che incombevano sulle anime per una vita macchiata anche di soli peccati veniali; detto ciò il santo vescovo, morì davvero. La sua tomba nel 1562 fu distrutta dagli Ugonotti; i Martirologi Benedettini lo ricordano al 9 agosto.
Autore: Antonio Borrelli
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