Le memorie sul culto tributato a Blano (Blaano, Blanio), vissuto nel sec. VI o forse in epoca successiva, sono antiche e abbastanza certe: la prima menzione è nel Martirologio di Usuardo, in un'aggiunta alla edizione di Lubecca del 1475, dove al 10 maggio si legge: «In Scotia S. Blanii episcopi et confessoris» (cf. PL, CXXIV, col. 352). La sede episcopale di Blano in documenti posteriori è chiamata, dal suo nome, Dumblanum o Blandonum.
Purtroppo, la Vita giunta a noi in gran parte attraverso il Breviario di Aberdeen, merita poca o nessuna fede, essendo completamente intessuta di leggenda. Secondo questo testo, Blano nacque nell'isola di Buta dall'amore illegittimo di Berta (o Erta) per un giovane ignoto. San Catano, fratello della donna, seguendo i duri usi del luogo ordinò che madre e bambino fossero posti in una barca sfondata e abbandonati in mare. La Provvidenza, però, fece nutrire miracolosamente Berta e mandò un vento propizio che condusse l'imbarcazione al porto di Beutorne in Irlanda dove i naufraghi furono accolti da san Comgall e da san Kennet, che battezzarono il bambino. Dopo sette anni Berta e Blano, compiendo un altro favoloso viaggio su di una barca senza remi e senza vele, tornarono in Scozia: questa volta san Catano accolse il fanciullo lietamente, lo fece educare (sembra in un cenobio) e gli conferì tutti gli ordini sacri, fino all'episcopato.
Oggi Blano è considerato vescovo di Kingarth, località nella menzionata isola di Buta, all'estuario del fiume Clyde. Il suo culto sopravvive nelle diocesi di St. Andrews, Dunkeld e Argyll, e la sua festa si celebra il 10 agosto.
Autore: Pietro Burchi
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