Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Leovigildo e Cristoforo, monaci, che, durante la persecuzione dei Mori, professarono spontaneamente la fede in Cristo davanti al giudice e furono per questo decapitati, ottenendo la palma del martirio.
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Santi CRISTOFORO e LEOVIGILDO, martiri
Le notizie sulla loro vita e sul loro martirio sono tramandate dal contemporaneo Eulogio di Cordova, che dedica loro il capo XI del libro II della sua opera Memoriale Sanctorum (in PL, CXV, coll. 793-94; cf. anche A. Morales, Scholia in Memoriale Sanctorum, ibid., coll. 892 sgg.). Cristoforo e Leovigildo furono monaci in due monasteri nelle vicinanze di Cordova: si è creduto da alcuni che si trattasse di monasteri benedettini, ma la cosa sembra poco verisimile e bisogna dire piuttosto che in essi erano seguite le regole di san Fruttuoso.
Cristoforo, nativo di Cordova, forse parente (contribulis noster) e discepolo dello stesso Eulogio, entrò in giovane età nel monastero di San Martino a Rojana, località non identificata della Sierra de Cordoba, dove visse santamente lunghi anni.
Nell'852, sotto il califfato di Maometto I, riprese la persecuzione, provocata anche dallo zelo intempestivo di alcuni cristiani. Nello stesso anno, si tenne perciò, a Cordova, un concilio, in cui si proibì di presentarsi spontaneamente ai persecutori. Forse prima dello stesso concilio, alla notizia della morte gloriosa dei primi martiri, Cristoforo scese a Cordova e, presentatosi al giudice, professò solennemente la propria fede, preannunziando l'inferno per chi avesse persistito negli errori diffusi dal falso profeta Maometto. Fu immediatamente incarcerato. Allora, anche il giovane monaco Leovigildo che, originario di Elvira, viveva nel monastero dei SS. Giusto e Pastore a Fraga, località non identificata nella Sierra de Cordoba, scese in città, dove incontrò Eulogio, e si presentò ai giudici professando la fede cristiana. Schiaffeggiato e insultato, fu quindi incarcerato insieme con Cristoforo. Eulogio nota che nel giorno dell'esecuzione, giunti al luogo del supplizio, Leovigildo, reverentia aetatis, lasciò la precedenza a Cristoforo; furono ambedue decapitati il 20 agosto 852 e i loro corpi furono bruciati. I cristiani di Cordova, tuttavia, riuscirono ad impedire che le sacre spoglie fossero completamente preda delle fiamme e le seppellirono nella basilica di San Zoillo.
Usuardo, che nell'858 si recò in Spagna e incontrò Eulogio, menzionò i due martiri al 20 agosto (cf. PL, CXXIV, col. 379); anche il Martirologio Romano celebra la loro memoria lo stesso giorno. La festa dei due martiri è celebrata nella diocesi di Cordova il 23 agosto, in quella di Granata, invece, il 26 dello stesso mese.
Autore: Gian Michele Fusconi
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